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[v. 127-139] | c o m m e n t o | 641 |
che li annunziò lo Verbo Divino che di lei dovea prendere carne; sicchè dice l’autore che li occhi suoi non potettono tanto vedere, che vedesseno lo fine del suo montamento. E questo finge l’autore, per mostrare che lo intelletto e la ragione umana non si può tanto levare, che possa adiungere a comprendere lo fine dell’ascendimento della Vergine Maria. Che; cioè la qual fiamma coronata, cioè la Vergine Maria, si levò appresso sua semenza; cioè dopo Cristo, che fu semenza: imperò che l’umanità ebbe da lei; sicchè prima àe detto l’autore come Cristo si levò et andò suso in cielo nono, e poi dice che si levò in alto la Vergine Maria e seguitò lui. Et induce una similitudine: E come ’l fantolin; cioè lo piccolo fanciullo, che ’n ver la mamma; cioè lo quale in verso la madre, Tende le braccia; cioè sue, perch’ella lo pigli e menilo seco, poichè ’l latte prese; cioè poi che àe beuto la puppa, come addiviene spesse volte che la madre dà la puppa al fanciullo che sta nella culla, e quando gliel’à data si parte da lui et egli tende le braccia, perch’ella lo pigli e menilo seco; et assegna la cagione: Per l’animo che ’nsin di fuor s’infiamma; cioè s’infiamma tanto d’affetto d’entro, che l’affetto mostra di fuora 1. Ciascun di quei candori; cioè di quelli beati spiriti, che tutti splendevano: imperò che àe finto di sopra che quine si rappresentasseno tutti li beati, c di quelli intende ora che tutti si stessono insù, come ’l fanciullo che tende le braccia a la madre; e però dice: insù si stese; in verso la parte superiore dirieto alla Vergine Maria, Co la sua fiamma; cioè ne la fiamma, ne la quale era fasciato; et allegoricamente si debbe intendere che li beati si stendono insù a Dio co la fiamma de la carità, che arde in loro, sì; cioè per sì fatto modo, che l’alto affetto; cioè l’alto amore e ’carità, Ch’elli aveano; cioè lo quale amore essi beati aveano, a Maria; cioè inverso la Vergine Maria, mi fu palese; cioè mi fu manifesto a me Dante per quello scendere, che’elli feceno.
C. XXIII — v. 127-139. In questi quattro ternari et uno versetto lo nostro autore finge che quelli beati spiriti rimanessono quine nel suo aspetto, per introducere sè a parlare con alquanti di loro, dicendo così: Indi; cioè di quinde, cioè poi che ebbono steso le sue fiamme in suso dirieto a la Vergine Maria, rimaser; cioè rimaseno li detti spiriti, lì; cioè in quello luogo, dove l’autore àe finto prima che fusseno, nel mio aspetto; cioè la mia presenzia. Et e qui da notare che lo montare di Cristo prima, e della Vergine Maria poi, e lo rimanere dei beati quine nell’ottava spera, segue non secondo lo suo pensieri: imperò che prima finge che pensò che in quello cielo si rappresentasse tutta la beatitudine de l’umana spezie, sic-
- ↑ C. M di fuora; e questa similitudine l’adatta a quel che seguita