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c o m m e n t o |
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strò a lui la cagione che la fece essere attenta, cioè l’avvenimento dei beati, che si rappresentavano nel cielo ottavo con Cristo e co la Vergine Maria, dicendo cosi: Sicchè; cioè per la qual cosa, veggendola io; cioè vedendo io Dante lei, cioè Beatrice, sospesa e vaga; cioè attenta ad aspettare, e gioconda, perchè sapeva quello ch’ell’aspettava, Fecimi; cioè diventai io Dante tale, quale è quei; cioè quelli, che disiando; cioè lo quale desiderando, Altro vorrea; cioè che egli non à, e sperando; cioè et avendo speranza d’averlo, s’appaga; cioè s’accheta lo suo desiderio. Ma poco fu; cioè di tempo, tra uno et altro quando; cioè tra uno et altro spazio, Del mio attender, dico; cioè io Dante, e del vedere Lo Ciel venir più e più rischiarando; cioè poco spazio fu tra ’l mio attendere a quello che s’aspettava, et a vedere incominciare a rischiarare lo Cielo per l’avvenimento dei beati, che venivano con Cristo e co la Vergine Maria. E Beatrice disse; cioè a me Dante: Ecco le schiere Del triunfo di Cristo: imperò che come li Romani, quando triunfano, menano inanti al carro la preda tolta ai nimici; così finge l’autore che venisse Cristo co la preda ch’aveva tolto al dimonio, e sì de’ santi Padri del limbo, e sì dei santi cristiani che sono salvati per la passione di Cristo, e tutto ’l frutto Ricolto del girar di queste spere; cioè ecco lo premio e lo guadagno, che ànno fatto li cieli col suo girare e mandare influenzie giuso nel mondo, e del mantenere e notricare li omini del mondo: imperò che li beati si possano dire frutto acquistato 1 dei cieli, e li dannati sono la perdita dei cieli, che li ànno notricati 2 invano. È convenientemente da lo nostro autore lo frutto di tutte le spere rappresentato nell’ottava spera: imperò che tutte le spere riceveno influenzia da essa, et ella dal primo mobile, e ’l primo mobile da la intelligenzia che Iddio v’à posto, e quella intelligenzia da Dio siccome da prima cagione. E finge che questo li mostrasse Beatrice: imperò che la santa Scrittura è quella, che manifesta li beati e li santi. E descrive poi chente diventò Beatrice, approssimandosi lo triunfo di Cristo, dicendo: Pareami; cioè pareva a me Dante, che ’l suo viso; cioè che ’l volto di Beatrice, ardesse tutto; cioè di fiamma di carità e d’amore. E li occhi; cioè suoi di Beatrice, avea di letizia sì pieni; cioè era lo suo intelletto e letterale et allegorico, quanto a questa parte, tutto pieno di letizia, Che passar mi convien; cioè a me Dante convien passare questa parte, senza costrutto; cioè senza ordinarla nel mio poema: imperò che io non saprei, nè potrei esprimere
3. Non è lingua, che potesse mai dire quanta è l’allegrezza e la carità dei santi uomini, quando pensano, o quando è mostrato loro la beatitudine di vita eterna.
- ↑ C. M. acquistato dal girare de’ cieli,
- ↑ C. M. nutricati e conservati in essere invano.
- ↑ C. M. esprimere la sua letizia. Non