Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/635

     [v. 139-154] c o m m e n t o 623

questa sentenzia, dice: Hujus igitur tam exiguae in mundo regionis, quarta fere portio est.., quae a nobis cognitis animantibus incolatur. Huic quartae, si quantum maria, paludesque premunt, quantumque siti vasta regio distenditur, cogitatione subtraxeris, vix angustissima inhabitandi hominibus area relinquetur 1; e però dice l’autore L’aiuola, che ci fa; cioè che fa noi omini, tanto feroci: imperò che per li beni de la terra l’omini sono feroci e crudeli, l’uno contro l’altro, Volgendom’io; cioè mentre che io Dante mi volsi per lo cielo, girando per l’uno emisperio e per l’altro, co li eterni Gemelli; cioè con quel segno che si chiama Gemini; e dice eterni, cioè sempiterni: imperò che ebbono principio et aranno fine; ma dureranno alcuno tempo, secondo alcuna opinione: alcuni altri diceno che ànno bene avuto principio; ma non aranno fine: imperò che Iddio li commutrà in mellio, e che li farà stabili e non gireranno più; e così si pone eterni; perpetui; e dice l’autore Gemelli; cioè fratelli, avendo rispetto a la fizione dei Poeti, che diceno che Polluce e Castore furno fratelli figliuoli di Iove e di Leda, co la quale Iove stette in ispezie di ciecino 2, et ella fece due uova, che dell’uno nacque Clitennestra et Elena, e dell’altro Polluce e Castore; e che essendo morto Castore et andato a l’inferi, Polluce addimandò di grazia ad Iove che lo rivocasse, et Iove disse che non si poteva; imperò che non si poteva rompere lo statuto de la iustizia; ma, s’elli voleva participare lo suo stato con lui, l’arebbe. La quale cosa accettò, e così Iove li unitte insieme, e feceli segno del cielo che si chiama Gemini, che sei mesi dell’anno stanno nell’altro emisperio, e sei in questo: imperò che ogni di’ 12 ore stanno di sotto, e 12 ore di sopra, e così s’adempie la iustizia, e questi fratelli participano insieme lo stato l’uno coll’altro. E che Iove stesse con Leda in forma e spezie di ciecino significa che Iove venne a lei in su una galea, che portava per insegna lo ciecino; ch’ella facesse due uova significa ch’ella fece due parti, e parturittene due ad uno parto ogni volta. Tutta m’apparve; cioè a me Dante la detta aiuola, dal colle a le foci; cioè dall’oriente a l’occidente, e non dice e converso, perchè nell’altro emisperio non appare la terra, che non v’è se non acqua. Poscia rivolsi; cioè io Dante, li occhi; cioè miei, alli occhi belli: cioè di Beatrice, che sono li due intelletti della santa Scrittura, cioè letterale et allegorico. E qui finisce il canto xxii, et incominciasi il canto xxiii della terza cantica.

  1. C. M. relinquetur, sicchè ben dice l’autore: L’aiuola; cioè la piccola aia. imperocchè è coperta dall’acqua, che ci
  2. Ciecino, cecino, cicino, cigno, dal latino cycnus, frammessovi l’i. E.



   Par. T. III. 40