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[v. 73-87] | c o m m e n t o | 613 |
detto è di sopra. E qui finisce la prima lezione del canto xxii, et incominciasi la seconda.
Ma per salirla ec. Questa è la seconda lezione del canto xxii, ne la quale lo nostro autore finge come della spera vii di Saturno sallitte insù l’ottava del cielo stellifero; e come si trovò nel segno Gemini. E dividesi tutta in parti sei: imperò che prima finge come santo Benedetto si lamenta che nessuno si leva dalle cose terrene per sallire quella scala, e lamentasi dei monaci suoi che sono in terra che non seguitano la regola sua; nella seconda parte finge come santo Benedetto, seguitando lo suo parlare, si lamentò dei prelati della Chiesa, e come li detti beati spiriti sallitteno per la detta scala, et incominciasi quine: Pier cominciò ec.; nella terzia parte finge come Beatrice lo pinse di rieto ai detti beati spiriti, e come subito si trovò nell’ottava spera nel segno Gemini, et incominciasi: La dolce donna ec.; nella quarta parte finge com’elli, trovatosi in Gemini fece al detto sengnio di Gemini 1 dimanda d’acquistare altezza d’ingegno per la materia alta a che salliva, et incominciasi quine: O gloriose stelle ec.; nella quinta parte finge come, ammonito da Beatrice, ragguardò in giuso a vedere quanto era quello che aveva montato, e com’elli l’ebbe in dispregio lo mondo che aveva lasciato, e conforta che l’omo l’abbia, parlando in generale, et incominciasi quine: Tu se’ si presso ec.; nella sesta et ultima fiuge come vidde la Luna e la Terra, e come anco confortò li lettori che la debbiano dispregiare, parlando singularmente de la Terra, et incominciasi quine: Vidi la fillia ec. Divisa la lezione, ora è da vedere lo testo coll’esposizioni letterali, allegoriche e morali.
C. XXII — v. 73-87. In questi cinque ternari lo nostro autore finge come santo Benedetto continuò lo suo parlare, dicendo come la scala predetta non è frequentata; e così fa digressione da la materia di prima, lamentandosi dello sviamento dei suoi monaci da la vita virtuosa e contemplativa che solevano avere, dicendo così: Ma per salirla; cioè la detta scala, mo nessun; cioè avale nessuno omo, diparte Da terra i piedi; cioè non s’ingegna di partire li piedi da terra, per montare la detta scala delle virtù; et allegoricamente s’intende: Nissuno diparte l’affezione da le cose terrene, e la regola mia; dice santo Benedetto, Rimasa è giù; cioè nel mondo, in danno de le carte; cioè per logorare le carte, in che ella si scrive; ma non che s’osservi. Le mura, che soleano esser badia; cioè li monasteri che solevano 2 essere badia, cioè luogo che dà padre ai figliuoli spi-
- ↑ Apprendano i giovani con quanta proprietà ed eleganza venga l’uso d’alcune particelle presso i Classici. Qui abbiamo la di, indicante la cagione formale, ora espressa: segno di Gemini, e più sopra taciuta: segno Gemini. E.
- ↑ C. M. soleano esser luoghi di monaci figliuoli obedienti ai padri loro abati nella religione al servigio di Dio, Fatte