Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
[v. 106-120] | c o m m e n t o | 597 |
sassi, un gibbo; cioè uno monte alto, ricolto come uno gombo 1, che; cioè lo quale gibbo, si chiama Catria; ecco 2 lo nome del monte: questo monte è tra Abruzzi e la Marca d’Ancona infra terra, Sotto lo quale; cioè gibbo, o vero sotto la quale Catria, è consecrato un ermo; cioè un bosco 3, che vi stavano eremiti, Che; cioè lo quale eremo, suol esser disposto; cioè ordinato, a sola latria; cioè a solo culto divino: latria è servitù dovuta a solo Iddio; e per questo dà ad intendere che in quello eremo non stavano, se non servi d’Iddio. Cosi; cioè come io òne detto di sopra, cioè Tra i du’ liti ec., ricominciommi il terzo sermo; cioè lo terzo sermone lo detto beato spirito: imperò che prima parlò a Dante, quando disse: Tu ài l’udir mortal ec., e lo secondo parlamento fu quando disse: Luce divina sopra me s’appunta ec., et a vale è lo terzo parlare, quando incomincia: Tra i du’ liti ec. E poi continuando; cioè lo suo parlare: disse; cioè lo beato spirito. Quivi; cioè in quello eremo, che i’ ò detto di sopra, Al servigio d’Iddio mi fei sì fermo; cioè io beato spirito, che ti parlo, Che pur con cibi di liquor d’ulivi; cioè pur con cibi conditi d’oglio. Lievemente passava caldi e gieli; cioè passava sanza fatica la state et il verno, Contento nei pensier contemplativi; questo dice: imperò che la vita delli eremiti debbe essere contemplativa. Render solea quel chiostro; cioè 4 quel monasterio, nel quale erano li monaci contemplativi che abitavano nell’eremo, a questi Cieli; cioè a questi luoghi del cielo dove si rappresentano li beati, secondo lo loro grado della beatitudine, Fertilemente; cioè abbondevilmente dell’anime beate: imperò che molti di quelli monaci andavano a vita eterna, et ora è fatto vano: cioè lo detto chiostro: imperò che li monaci non vi santificano 5 più, dati al viver corporale e non spirituale, Sicchè tosto convien che si riveli; cioè si manifesti di quelli monaci la colpa che vi stanno, che saranno cognosciuti per quello che sono. E così secondo la fizione dell’autore àe dimostrato la condizione de la sua vita, che fu monacile e contemplativa, stando a l’eremo; e così beati spiriti, cioè contemplativi, finge l’autore che si rappresentino nel pianeto supremo di Saturno.
C. XXI — v. 121-135. In questi cinque ternari lo nostro autore finge come lo detto beato spirito, che àe parlato di sopra della condizione della sua vita, procedesse più oltre nel suo parlare, nominandosi e dimostrando come pervenne al cardinalato, dicendo così: In quel luogo; cioè nel monasterio, che è sito nell’eremo detto di sopra, fu’ io; spirito, che ti parlo, chiamato, Piero Dammiano; cioè