Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
596 | p a r a d i s o x x i . | [v. 106-120] |
ne. La mente; cioè umana, che qui luce; cioè la quale in questo cielo, cioè in vita eterna, risplende, in terra fumma; cioè è oscura e tenebrosa giù in terra, cioè nel mondo, come fummo, Onde ragguarda; cioè tu, Dante, come può laggiue; cioè nel mondo la mente umana, che è oscura e tenebrosa, vedere le cagioni della providenzia, predestinazione e prescienzia d’Iddio, che noi beati, che abbiamo le menti nostre lucide e chiare, nolle possiamo vedere, Quel che non puote; cioè la mente umana, poi che ’l Ciel l’assumma; cioè poi che ’l cielo la inalza, quasi dica: Non è possibile. Et è argomento a maiori; cioè: Se la mente che è in cielo non può vedere le cagioni della providenzia d’Iddio, come le può vedere quella che è in terra? Non è possibile. Sì mi prescrisser; cioè sì mi schiuseno, le parole sue; cioè di quello beato spirito, cioè me Dante per sì fatto modo scrisseno, Che io; cioè che io Dante, lassai la question; cioè non dimandai più del dubbio ch’io aveva de la predestinazione e prescienzia, vedendo che non si poteva solvere; se non che Iddio vuole così, e non può volere se non bene et iustamente; e questo basta, non si debbe cercare più là. E l’autore nostro la volse toccare, per mostrare quello che di tale dubbio si debbe dire, e per non parere ch’elli l’avesse dimenticata, e me ritirassi; cioè ritirai me Dante, A dimandarlo; cioè a dimandare quello beato spirito, umilmente chi fue; cioè chi elli fue nel mondo.
C. XXI — v. 106-120. In questi cinque ternari lo nostro autore finge come lo detto beato spirito, addimandato da lui chi era stato nel mondo, li manifestò prima la condizione sua dicendo lo luogo unde fu e di qual vita nel mondo, dicendo così: Tra i du’ liti d’Italia; cioè tra le due piagge che Italia àe al mare, cioè l’adriaco di verso settentrione, e lo tirreno di verso mezzo di’, che si chiama lo mare del Leone: lo mare adriaco 1 è lo golfo di Venezia, surgon sassi; cioè si levano su alto sassi, cioè in sul monte Appennino, che divide l’Italia per mezzo; la quale Italia si stende tra l’adriaco mare e ’l tirreno infine al mare egeo detto mare di sopra, E non molto distanti; cioè non molto di lungi questi sassi, a la tua patria; cioè a la patria di te Dante, pilliando per la patria la contrada, cioè Toscana: chè da Firenze sono bene di lungi, Tanto; cioè sì in alto si levano li detti sassi, che i tuoni assai suonan più bassi; cioè che li detti sassi, Dice lo Filosofo che’l tuono, che si fa ne le nube, si fa in luogo distante nell’aire dalla terra per due millia e mezzo che sono xvi stadi, che è ogni stadio 400 goviti 2, sicchè sarebbe la montata di quel monte più di due millia e mezzo; e perchè dice assai, si potrebbe dire che fusse più di tre millia. E fanno; cioè li detti