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de 1, recandosi et assottigliandosi descendendo, come fa lo raggio infine ad una punta, Penetrando; cioè passando dentro, per questa; cioè luce della quale io sono fasciata, che è la grazia d’Iddio che mi beatifica, onde; cioè per la qual luce, cioè mia che mi beatifica, io; anima beata, mi V’entro; cioè entro in quella divina luce, che di nuovo discende: imperò che, se io non fusse beato, non arei questa seconda grazia se io non avesse la prima, La cui virtù; cioè di questa seconda grazia, col mio veder coniunta; cioè col vedere, che mi dona la prima grazia, Mi leva; cioè leva me beata anima, tanto sovra me; cioè sopra lo primo mio cognoscere, ch’io; cioè che io beata anima, veggio La somma Essenzia; cioè divina, de la quale; cioè divina Essenzia, è munta; cioè è presa questa seconda grazia e cavata. Quinci; cioè da questa seconda grazia, che mi viene da Dio, vien l’allegrezza; che tu vedi venire di nuovo, quando tu mi vedi fiammeggiare: questo fiammeggiare è segno di quella nuova grazia; e però dice: ond’io; cioè per la qual grazia et allegrezza, che nasce quinde, io beata anima, fiammeggio; cioè risplendo e gitto scintille, come ài veduto ora tu, Dante. Per che ’n la vista; cioè per la qual cosa nel mio vedere 2, ne la vista, mia; cioè di nuovo apparita in me tanto, s’intende, quant’ella; cioè tanto, quanto ella è chiara; e però dice ora: ella è chiara; cioè tanto cresce la fiamma in me e la carità, quanto io veggio più l’Essenzia divina: imperò che allora mi viene ardore di volere quello ch’ella vuole, e però scintillo. E questo è segno che rimane in me libera la volontà mia, che io da me vollio quel che vuole Iddio, quando mi si fa nota la voluntà sua. E per questo vuole dimostrare l’autore, quando questi beati spiriti scintillavano, questo era per nuova grazia che descendeva in loro; sicchè dimostra lo detto beato spirito a l’autore che lo suo fiammeggiare per la nuova grazia che era venuta in lui, e perchè di nuovo avea appreso la voluntà d’Iddio, che era ch’elli descendesse a Dante; et elli, vedendo Iddio volere, volse descendere; e così rimane intera la libertà dell’arbitrio, facendosi quello che Iddio vuole dai beati. E benchè l’autore finga questo detto da quel beato spirito, elli lo dice da sè, dimostrando che quando li venne in cuore di fare questa fizione, che questo spirito occorresse al suo intelletto ad essere nominato più che gli altri, che erano stati di santa vita o forse più perfetta, elli fu di ciò spirato da Dio, et elli seguitò la spirazione.
C. XXI — v. 91-105. In questi cinque ternari lo nostro autore