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[v. 34-45] | c o m m e n t o | 589 |
scala. Questa scala figura lo sallimento de le menti contemplative, che è di virtù in virtù che sono più preziose che l’oro; e però finge che sia d’oro. E perchè le menti si levano infine a Dio, però finge che li suoi occhi corporali non vedevano la sua altezza; e questo è secondo l’allegoria. Secondo la lettera dimostra la grande distanzia che è dal pianeto di Saturno al cielo empireo, dicendo che la vista corporale nol può vedere. Viddi; cioè io Dante, anco; cioè oltra quello che detto è, per li gradi; cioè per li scaloni de la detta scala, scender giuso; cioè dal cielo empireo a noi, cioè a Beatrice et a me, Tanti splendor; questi finge l’autore che fussono beati spiriti, che si rappresentasseno quine, secondo la sua fizione che erano stati contemplativi; e dice Tanti; cioè sì innumerabile quantità, ch’io; cioè che io Dante, pensai ch’ogni lume, Che par nel Ciel; cioè d’ogni pianeto e d’ogni stella, quinde; cioè da quelli splendori, che io vedeva, fusse diffuso; cioè sparto da essi, e rilucesse poi nel cielo nei corpi ricevevili di luce e diffusivi di quella. Seguita.
C. XXI — v. 34-45. In questi quattro ternari lo nostro autore finge come poi li detti beati spiriti, che apparveno, si diviseno in tre parti come furno a certo grado de la detta scala. Et, a dimostrare questo, arreca una similitudine di certi uccelli ch’elli chiama pole, come appare nel testo; e però dice così: E come, per lo natural costume; cioè e siccome per lo costume e per l’usanza, che àe dato loro la terra, Le pole; cioè quelli uccelli così chiamati, insieme al cominciar del giorno; cioè quando incomincia apparire lo Sole, Si muoveno a scaldar le fredde piume; cioè si muoveno tutte insieme e volano per iscaldarsi, che sono fredde per lo freddo della notte; e poi che sono volate 1 un pezzo, et elle si divideno, e però dice: Poi; cioè ch’ànno volato insieme alcuno spazio, altre vanno via senza ritorno; cioè alcune di quelle pole vanno senza tornare più a luogo, onde si muoveno, Altre; cioè di quelle pole, rivolgon sè unde son mosse; cioè ritornando a quel medesimo luogo dove sono state la notte, Et altre roteando; cioè girando e volando in tondo, fan soggiorno: imperò che si stanno quine, dove sono. Tal modo; cioè quale detto è delle pole, parve a me; cioè Dante, che quivi; cioè in quello luogo, fosse; cioè nel pianeto Saturno, In quello sfavillar; cioè in quello splendore gittato subito, che ’nsieme venne: imperò che quelli beati spiriti molti insieme tutti vennono ad una ora, et ad uno certo grado si partitteno; e però dice: Si come in certo grado 2 si percosse; cioè insieme tutti: imperò che alcuni tornorno in su