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p a r a d i s o x x i . |
[v. 19-33] |
volto, Contrapesando l’un coll’altro lato; cioè contrapesando la voluntà dell’obedire col diletto che io sentiva, ragguardando lo suo volto. E dichiarato, come obediva volentieri a Beatrice; e, come per obedire a lei, rivolse li occhi dal volto suo a ragguardare lo pianeto Saturno, dichiara quel che vidde, dicendo: Dentro al cristallo; cioè dentro al corpo di Saturno che era fatto come uno cristallo, e così splendido e lucido e di colore bianco 1 d’ariento, che ’l vocabul porta; cioè lo quale cristallo porta lo nome, del suo caro duce; cioè di Saturno re di Creta che, cacciato da Iove suo figliuolo del regno venne in Italia in quella parte che si chiamà 2 Lazio, che è propriamente terra di Lavoro da Roma in su co la Campagna, et insegnò alli abitatori lo culto della terra e ponere le vigne; e perchè seguitò le influenzie del pianeto predetto, però dice l’autore ch’era caro Saturno al detto pianeto, e però fu posto lo detto nome, cioè Saturno, al pianeto: imperò che li Poeti, fingendo che Saturno fusse iddio quando morì, che era deificato e che era in cielo in quel pianeto, e così lo incominciorno a chiamare Saturno. E s’altri volesse opponere a quel ch’io dico per l’autorità d’Ovidio che dice: Postquam, Saturno tenebrosa in Tartara misso, Sub Iove mundus erat ec., debbesi intendere che Ovidio, secondo la lettera, parlò secondo la esposizione dei Poeti, che diceno che l’ombra d’ogni cosa va a li infernali; e secondo l’allegoria intese che, poi che ’l pianeto Saturno si cessò di dare la sua influenzia nel nostro emisperio e diedela nell’altro, e così fa vero quello che detto è. Cerchiando ’l mondo: imperò che questo pianeto fa la sua circulare revoluzione per cielo, come li altri pianeti, Sotto cui; cioè sotto lo quale re Saturno di Creta 3, giacque ogni malizia morta: imperò che nel suo regno in Creta et in Lazio l’omini furono puri et innocenti, sicchè la malizia giaceva e stava abbattuta e non vigeva 4 ne li omini, come fa avale. Di color d’oro, in che; cioè nel quale oro, raggio; cioè di qualche luce, traluce; cioè risplende, Vidd’io; cioè io Dante viddi, uno scaleo; cioè una scala di colore d’oro, fatto come detto è, eretto; cioè dirizzata la detta scala, in suso; cioè in verso lo cielo empireo, Tanto; cioè in sì grande altezza, che nol seguiva la mia luce; cioè la mia vista non poteva seguire la sua altezza, cioè della detta
- ↑ C. M. bianco arientato, perchè tale colore se gli conviene secondo la natura sua, che ’l vocabul
- ↑ Chiamà, cadenza primitiva alla quale oggi è sostituita l’ altra in o accentata. E.
- ↑ C. M. di Creta e poi di Lazio, dove egli ebbe città in su uno de’ monti dov’è ora Roma che si chiamò Saturnino, giacque
- ↑ Vigeva, dal vigere levato dai Latini. E.