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566 | p a r a d i s o x x . | [v. 43-54] |
quando prese a cantare le cose d’Iddio nei salmi, li quali componeva in lingua ebrea, in rima come ritimi 1; cioè ora cognosce quanto effetto fu lo suo consillio del merito del suo canto, cioè quanto la sua voluntà buona meritò cagionando questo effetto, cioè ch’elli cantasse le cose d’Iddio; e come lo cognosce ecco ’l modo: Per lo rimunerar; cioè per lo premio che ora n’à, ch’è altrettanto; cioè quanto fu lo merito; cioè tanto avale è lo premio, quanto fu lo merito della buona voluntà, sicchè, avendo lo premio, vede quanto fu lo merito del consillio suo, cioè della voluntà sua che indusse quello effetto, cioè di cantare le cose d’Iddio.
C. XX — v. 43-54. In questi quattro ternari lo nostro autore finge come la detta aquila, continuando lo parlare, li dimostra e manifestali li altri beati spiriti che stanno in forma de’ suoi occhi, ponendo che siano cinque; et in questa parte fa menzione di due, cioè di Traiano imperadore e del re Ezechia, dicendo così: Dei cinque; cioè beati spiriti, che mi fan; cioè li quali fanno a me aquila, cerchio per cillio; cioè fanno cerchio, cioè stanno in cerchio, e fanno a me cillio, Colui, che più al becco mi s’accosta; cioè quello beato spirito, che è allato al mio becco, La pedonella 2; cioè la madre vedova 3, consolò del fillio: imperò che li diede lo suo figliuolo proprio in scambio del suo, ch’era stato morto da lui. Questo fu Traiano imperadore, che diede lo suo figliuolo, che avea morto lo figliuolo de la vedova che la notricava, a la vedova in scambio del suo morto, acciò che la notricasse; siccome fu detto di sopra nella seconda cantica del canto x, di costui dirà l’autore di sotto come fu salvato: imperò che morì pagano, dicendo che, per li preghi di santo Gregorio, Iddio lo fece ritornare in vita e cognobbe la vera fede e morì cristiano, e per questo modo dice che fu salvo. Ora cognosce; cioè lo detto Traiano, che è a la beatitudine di vita eterna, quanto caro costa Non seguir Cristo: imperò che vede che ne perde la beatitudine di vita eterna, la quale elli sa quello che è, perch’elli l’àe; e però dice: per l’esperienzia; cioè per la prova, Di questa dolce vita 4; ch’elli prova, e dell’opposta; cioè e della contraria, la quale provò ancora quando moritte la prima volta infidele, che vidde le pene infernali. E quel, che segue; cioè quello beato spirito, che seguita, in la circunferenzia; cioè nel giro d’intorno all’occhio, cioè di sopra, che i volgari chiamano cillio; mala Grammatica 5 lo chiama sopracillio: imperò che cillio è propriamente dove sono le