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segno, et incominciasi quine: Possa che i chiari ece.; nella terza parte finge com’ella, incominciando a parlare, lo fece attento et incominciòli a dimostrare chi erano quelli beati spiriti che formavano li occhi della detta aquila, e prima quello della pupilla dell’occhio et incominciasi quine: La parte in me che vede ec.; nella quarta parte finge com’ella incominciò a dimostrare di quelli beati spiriti, che erano nel cillio, et incominciasi quine: Dei cinque che mi fan ec.; nella quinta parte finge come la detta aquila li dimostrò altri beati spiriti, oltra quelli che erano detti nel detto arco del cillio, et incominciasi quine: L’altra che segue ec.; nella sesta et ultima parte finge come quella aquila, seguitando lo parlare, li dimostrò uno spirito beato del quale l’autore molto mostrò di meravigliarsi, et incominciasi quine: Chi crederebbe giù ec. Divisa la lezione, ora è da vedere lo testo co l’esposizione litterale, allegorica e morale.
C. XX — v. 1-15. In questi cinque ternari lo nostro autore finge per una similitudiue come li apparve fatta la detta imagine dell’aquila, poi ch’ella tacette. finita la sua diciaria et incominciato a cantare, poi dicendo cosi: Quando colui; cioè lo Sole, che tutto ’l mondo alluma; cioè lo quale illumina tutto ’l mondo, Dell’emisperio nostro sì discende; cioè per sì fatto modo discende del nostro emisperio, cioè de la parte nostra del cielo: già di sopra è dichiarato che cosa sia emisperio, Che ’l giorno d’ogni parte si consuma; cioè viene meno dall’oriente e dall’occidente, e dall’occidente e da settentrione e mezzo di’, Lo Ciel; cioè la parte nostra del cielo, che; cioè lo quale, sol; cioè solamente, di lui; cioè del Sole, prima s’accende; cioè s’illumina, Subitamente si rifà parvente; cioè apparente si fa e dimostrasi, Per molte luci; cioè per molti corpi lucidi, che sono le stelle, in che; cioè nelle quali stelle, una; cioè luce, risplende; come già è stato detto, le stelle non ànno luce da sè; ma sono corpi lucidi e la luce del Sole ferendo in esse le fa risplendere, sicchè una luce riluce in tutte. E quest’atto; che detto è, del Ciel mi venne a mente; cioè a me Dante 1 mi venne a mente questo così fatto, detto del cielo che detto è, che oscura cessandosi lo Sole che è una luce e poi diventa splendido per molte luci, cioè per molte stelle lucide, Come ’l segno del mondo; cioè l’aquila che è segno del mondo, cioè che insegna quel che dovrebbe fare, e de’ suoi duci; cioè del suoi rettori e guidatori, cioè del mondo: imperò che, come l’aquila vola in verso ’l cielo sopra tutti li altri uccelli; così li omini del mondo e li signori doverebbeno volare co la mente in verso Iddio sopra tutte le creature: e come l’aquila ficca lo suo intuito nella spera del Sole; così l’omo dovrebbe lo suo intelletto e lo suo pensieri in Dio, che è
- ↑ C. M. Dante viene alla mente questo così fatto allo che detto è, che