79Et avvegna ch’io fossi al dubbiar mio
Lì quasi vetro a lo color, che ’l veste,
Tempo tacendo aspettar non patio;
82Ma de la bocca: Che cose son queste?
Mi pinse co la forza del suo peso;
Per ch’io di coruscar viddi gran feste.
85Poi appresso coll’occhio più acceso
Lo benedetto segno mi rispuose,
Per non tenermi in ammirar sospeso:
88Io veggio che tu credi queste cose,
Perch’io le dico; ma non vedi come;
Sì che, se non credute, sono ascose.1
91Fai come quei, che la cosa per nome
Apprende ben; ma la sua quiditate
Veder non puote, s’altri non la improme.2
94Regnum Caelorum violenzia pate
Dal caldo amore e da viva speranza.3
Che vince la divina voluntate,
97Non a guisa che l’omo all’om sovranza;4
Ma vince lei, perchè vuole esser vinta,
E vinta vince con sua benenanza.
100La prima vita del cillio e la quinta
Ti fan meravigliar, perchè ne vedi5
La region delli Angeli dipinta.
103Dei corpi suoi non uscir, come credi,
Gentili; ma Cristiane in ferma fede,
Quel dei passuri, e quel dei passi piedi.6
- ↑ v. 90. C. A. se son
- ↑ v. 93. C. M. C. A. la prome.
- ↑ v. 95. C. M. Di caldo amor e di
- ↑ v. 97. C. M. C. A. che uomo a uom
- ↑ v. 101. C. A. Ti fa
- ↑ v. 105. Passuri, participio che ben sarebbe avesse dei compagni, i quali alla poesia certamente recherebbero assai buon servigio. E.