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[v. 115-123] | c o m m e n t o | 551 |
dolfo, re di Plaga; unde ne seguì grande danno poi al regno di plaga, in processo di tempo dopo li anni Domini 1300. Lì; cioè nel detto libro, al di’ de l’iudicio, si vedrà; cioè scritto, il duol; cioè lo dolore, che; cioè lo quale dolore, sopra Senna; questo è uno fiume, che corre per mezzo Parigi, Induce, falseggiando la moneta; facendola mancare di peso e di lega, sicchè non valse lo terzo 1 di quello, per che si spendeva, Quei che morrà di colpo di cotenna; cioè lo re di Francia, che fu morto a la caccia da uno porco salvatico, che lo percosse e stracciollo co la sanna 2; ma dice l’autore cotenna, ponendo la cotenna, che è parte dello porco, per lo porco. E qui predice la morte del detto re, al modo che detto è di sopra. Questo fu lo re Filippo di Francia, che nel 1302, dopo la sconfitta che ebbono li Franceschi a Coltraio da’ Fiamminghi, che fu grandissima, fece esercito grandissimo contra li Fiamminghi; e, per aver denari, fece falsare tutte le sue monete, sicchè tornonno al terzo; della qual cosa furno molto danneggiati i mercatanti et altre genti, che vendevano le loro cose a sì fatta moneta, e molto se ne dolsono, e però dice l’autore: Lì si vedrà il duol ec. Lì; cioè nel detto libro, si vedrà; scritta, la superbia; cioè lo peccato della superbia, cioè l’arroganzia che è spezie di superbia, ch’asseta; cioè la quale fa l’uomo desideroso d’avere, cioè fa l’uomo cupido e dalli sete d’avere quello bene che ànno li suo’ vicini; e questa è una arroganzia, quando a l’omo pare d’essere degno di quello che altri à, e con questo ne li viene desiderio immoderato, Che; cioè la qual superbia, fa lo Scozio; cioè quello di Scozia, che è insula presso a l’Inghilterra, e l’Inghilese folle; cioè fa lo Scozio e l’Inghilese; cioè quello d’Inghilterra, che anco è insula che anticamente si chiamò Britania, stolto: imperò che ogni peccato rende l’omo stolto, e massimamente quello che è maggior peccato, Sicchè non può; cioè per sì fatto modo, che l’Inghilese, nè Io Scozio non può, soffrir; cioè sofferire, dentro a sua meta; cioè dentro ai termini suoi: anco esceno fuora dell’isula ad infestare le parti vicine per volerle signoreggiare.
C. XIX — v. 124-135. In questi quattro ternari lo nostro autore finge come la detta aquila, seguitando lo suo parlare, dice delli altri regni e dei loro regi dicendo così: Vedrassi; cioè nel detto libro, la lussuria e ’l viver molle; cioè la vita lussuriosa e lasciva, Di quel di Spagna; cioè del re di Spagna, e questo regno è nell’occidente. Questo fu lo re Alfonso di Spagna, che eletto imperadore 1206,
- ↑ Lo terzo; vaga maniera elittica, dove è supposto il sustantivo, negozio, prezzo ed equivale la terza parte: perocchè l’articolo ordinativo, posto così assolutamente, significa una parte determinata, la quale ripetuta più volte eguaglia l’intero. E.
- ↑ Questo avvenne del mese di novembre nel 1315. E.