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lunare si meravigliò com’elli, ch’era 1 corporeo, potesse intrare in quel corpo della Luna, et incominciasi quine: Parevami che nube ec.; ne la quarta parte finge, come ammonito da Beatrice che ringraziasse Iddio che l’avea levato già al primo cielo, lo ringraziò devotamente e mosse dubbio a Beatrice che era cagione del turbo che si vede nella Luna, et incominciasi quine: Io rispuosi: Madonna, ec.; nella quinta parte finge come Beatrice sopra lo detto dubio tentò lui, per vedere che oppinione elli avesse, et udita la sua oppinione la dannò, et incominciasi quine: Ma dimmi quel che tu ec. Divisa la lezione, ora è da vedere lo testo colle allegoriche esposizioni e morali dopo la litterale esposizione.
C. II — v. 1-18. In questi sei ternari lo nostro autore finge com’elli, considerata l’altezza della sua materia e lo inalzamento del suo stilo, e considerando che questo suo libro dovea essere letto da vulgari, che tutti li più non sono di quello ingegno che a questa si richiederebbe, e pochi se ne trovano di sì sottile, licenzia li suoi lettori dicendo così: O voi; cioè lettori, che; cioè li quali, siete in piccioletta barca; cioè in poca tenuta 2 d’ingegno; et è ingegno quella virtù dell’anima colla quale lo intelletto fa l’ operazioni e li atti suoi, et impropriamente si dice ingegno quello delle mani; ma dèsi chiamare attitudine: imperò che la grande barca riceve, tiene assai e porta assai; e la piccola riceve, tiene poco e porta poco, et usa qui lo colore che si chiama trasunzione 3 per permutazione quando si fa per similitudine, pigliando la materia per lo mare e lo navilio per la facoltà dell’ingegno, Desiderosi d’ascoltar; cioè desiderosi d’udire lo mio poema, seguiti; cioè seguitati, Dietro al mio legno; cioè drieto alla capacità e tenuta del mio ingegno, quasi dica: O voi, che siete di piccolo ingegno, seguitati drieto la capacità del mio ingegno disiderosi d’udire il mio canto; e però dice, che; cioè lo quale legno, cantando; cioè descrivendo; ma dice cantando, perchè si pone per descrivere, e però le parti principali si chiamano cantiche e li 4 capituli canti, come è stato detto di sopra, varca; cioè passa lo mare 5; la sua materia, che è come mare per la sua altezza e per la sua grandezza: imperò che dessa non si può dire a pieno: chi potrebbe 6 pienamente parlare de li angiuoli di paradiso? Tornate a riveder li vostri liti; cioè tornate a riveder le vostre piagge, cioè tornate a drieto ai termini dei vostri ingegni, cioè tornate a riveder quello che possiate comprendere. Non vi mettete in pelago; cioè in altezza di materia sì fatta, che forse, Perdendo