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p a r a d i s o x v i i i . |
[v. 82-93] |
dottrina, fa acquistare gloria a li omini, e renditi longevi; cioè 1 e falli vivere lungo tempo, Et essi; cioè et essi ingengni umani, teco; cioè insieme con te sapienzia rendeno longevi, le cittadi e i regni; cioè tu rendi longevi l’ingengni umani, e l’ingengni umani fanno insieme teco longeve le citadi e li rengni: la sapienzia acquista fama a l’ingengni umani, per la quale vivono nel mondo, siccome Virgilio Lucano e li altri famosi Poeti; et essi insieme co la sapienzia acquitano fama a le citadi et ai regni, come Virgilio ’ae acquistato fama a Troia et ai regni e citadi, de le quali fa menzione nel suo libro. Illustrami; cioè illumina me Dante, di te; cioè di te sapienzia, sì; cioè per sì fatto modo, che; cioè che io Dante, rilevi Le lor figure; cioè intenda e dia ad intendere quello che significano le figure di quelli spiriti, che io viddi, com’io; cioè siccome io Dante, l’ò concette; cioè l’ò prese nel mio concetto: cosa àe l’omo alcuna volta appresa col concetto, che non la può esprimere colle parole, com’elli l’àe ne la mente, sicchè bene era da chiamare l’aiuto della sapienzia, secondo che dice Orazio: Nec deus intersit, nisi dignus vindice nodus Inciderti — . Paia tua possa; cioè appaia la tua potenzia, in questi versi brievi; cioè in questi miei ternari, che sono brevi versetti. Mostrarsi dunque in cinque volte sette Vocali e consonanti; cioè in 35 lettere tra vocali e consonanti: cinque va 2 sette fa 35, e chi innomera 3 le lettere, che sono in questa autorità del libro della Sapienzia di Salomone, cioè Diligite iustitiam qui iudicatis terram, troverà che tra consonanti e vocali sono 35: e queste lettere; cioè in figure di queste lettere, si mostrorno li beati spiriti quando s’arrestavano, sì veramente che li primi segni di mostrorno Diligite iustitiam, e li altri, cioè li ultimi segni dimostrorno Qui iudicatis terram; e però dice l’autore: et io; cioè Dante, notai Le parti; cioè dell’orazione in quelle lettere, sì come mi parver dette; cioè ne le figure, i primai; cioè li primi segni, che io viddi rappresentare quelle lettere che dette sono, Fuor verbo e nome; cioè una parte d’orazione che si chiama nome, et un’altra che si chiama verbo; cioè Diligite iustitiam; diligite è lo verbo, iustitiam è lo nome, di tutto ’l dipinto; cioè di tutta quella figurazione, che si monstrava come dipintura in quelle lettere rappresentate per la figurazione, sezzai; cioè li ultimi segni, fuor; cioè furno figure di questo cioè: Qui judicatis terram. Questa fizione àe usato qui lo nostro autore, per mostrare quello ch’elli intese, secondo l’allegorico intelletto 4; e per vedere questo debbiamo considerare che l’autore finge che li appa-
- ↑ C. M. e faili vivere
- ↑ C. M. cinque volte sette
- ↑ Innomerare; numerare, usavasi per gli antichi, siccome innarare per narrare e cotali. E.
- ↑ C. M. intelletto, come è stato dichiarato di sopra. Seguita l’altra parte.