500 |
p a r a d i s o x v i i . |
[v. 46-57] |
lassò ne l’isula, e l’altra; cioè Fedra, prese per donna; morta la reina Ipolita delle Amazoni che era sua donna, de la quale ebbe uno figliuolo che si chiamò Ipolito che fu onestissimo, e per servare castità non abitava se non ne le selve cacciando et affaticandosi per cessarsi dalla lussuria, del quale la reina Fedra sua matrigna s’innamorò. Et, essendo ito Teseo con Piritoo re de’ Lapiti a lo ’nferno per togliere Proserpina a Plutone. Fedra mandò per Ipolito e manifestogli la intenzione sua, come dice Seneca ne la sua tragedia, et abracciollo; et elli come onesto l’afferrò per li capelli, e rimosso lo volto di Fedra dal suo, la minacciò, sguainata la spada, d’uccidere et ella afferrò la spada Fedra; et elli la lasciò, non volendo cosa che fusse toccata dalle sue mani impudiche e fuggi della 1 cambera. Et ella allora scapilliata incominciò per consillio de la nutrice a gridare et a dire che Ipolito l’aveva voluto sforzare; et elli, lassata la spada nuda in camera co la quale s’era difeso da lei, si fuggitte fuora della città e tornò alle selve; unde ogni uno credette che fusse stato vero, benchè elli fusse innocente e come nocente fu biasimato da Teseo poi che tornò, lamentandosi Fedra d’Ipolito; unde fu distratto da’ cavalli che 2 mostravano lo suo carro e menavano ombrati per lo mostro marino, che mandò Egeo pregato dal figliuolo. E morto Ipolito così innocentemente, poi Fedra sua matrigna si uccise per dolore, e però finge l’autore che messer Cacciaguida dica a lui: Così converrà partirsi a lui de la sua città, per non volere consentire a le inique cose, che volevano fare li neri in Fiorenza contra la parte bianca. Dante arebbe voluto che tutti li cittadini di Fiorenza fussono stati in amore et in pace ne la città, e li neri volevano tiranneggiare e signoreggiare la città; e perchè Dante non volse consentire a ciò, se ne uscitte fuora insieme co la parte bianca e sì diventorno poi rei li bianchi contra la città, che anco Dante si partì da loro e rimasesi solo fuora di Fiorenza, avendo in dispregio per li loro vizi li neri che erano d’entro, e li bianchi che erano di fuora; è però dice così: Qual si parti Ipolito; che fu figliuolo di Teseo duca d’Atene e de la reina Ipolita delle Amazoni, d’Atene; cioè de la città sua, quando la matrigna; cioè Fedra, lo richiese di disonesto amore, e però dice: Per la spietata: imperò che non ebbe la pietade che dovea avere inverso lo figliastro, cioè lo virtuoso amore, e perfida noverca; cioè per la matrigna sua Fedra, che non servò fede al suo marito Teseo, avendo disonesto amore al figliastro: noverca è vocabulo grammaticale, e viene a dire matrigna, che lo dovea amare come figliuolo e richiedere a le cose oneste, Tal; cioè
- ↑ C. M. cambera e della città, e tornò a le selve. Et allora Fedra scapigliata
- ↑ C. M. che menavano lo suo carro allato al mare, ombrati per lo mostro marino che mandò