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p a r a d i s o x v i i . |
[v. 13-30] |
Geometria, che àe tre anguli e li anguli sono di tre maniere, secondo che pone la detta scienzia: imperò che o è angolo retto, o acuto o ottuso. Angulo retto è che si fa di due linee diritte, l’una levata in su e l’altra ad iacere. Acuto è che si fa di due linee, che caggiono dentro dalle dette due diritte 1. Ottuso è che si fa di due linee, che eaggiono fuora da le dette due diritte, sicchè l’angulo diritto è in mezzo tra l’ottuso e l’acuto. E secondo questa divisione delli anguli e demostrazione nessuno triangulo si può stare che abbia due anguli ottusi: uno ne può bene avere. Può bene avere lo triangulo tutti e tre anguli acuti; e può avere uno angulo diritto e due acuti; ma due ottusi, nè tre, non mai: uno ottuso bene può avere e due acuti. E però adducendo per similitudine la proposizione geometrica demostrata, dice l’autore come vedeno li omini quello che detto è, Così vedi; cioè tu beato spirito, le cose contingenti: tulle le cose, che sono future, o elle sono necessarie, o elle sono contingenti: le necessarie ànno le sue cagioni determinate, e però si possano sapere inanti. le contingenti, benchè abbiano le sue cagioni, ànnole non determinate e non possibili a sapere a noi, e però non si possono sapere, inanzi che vengano, da li omini terreni; ma da’ beati, che vedeno in Dio ogni cosa, ben si possano sapere; e però ben dice l’autore a quello spirito che le vede, Anzi che siano in sè; cioè inanti che vegnino ad essere: io posso ben sapere che io morrò, perchè è necessario: ma quando non posso sapere, perchè è contingente, che può essere tosto o tardo, mirando ’l punto: cioè Iddio, che è figurato da l’autore siccome uno punto sopra ogni cosa nel cielo empireo, A cui; cioè al qual punto, tutti li tempi son presenti; perchè Iddio è eterno, tulle le cose a lui sono presenti: imperò che eternità è tutta insieme e perfetta possessione di vita che non à termine; e per tanto sa le cose che debbono venire quanto a noi, e lo suo sapere nulla necessità a le cose future adiunge o impone, siccome lo nostro vedere umano nulla necessità impone a la nave che vegliamo andare prontariamente per lo mare 2. E però che in Dio riluce ogni cosa, siccome in uno specchio, però li beati ragguardano 3 in lui, vedono tutte le cose com’elle sono; e però ben dimanda l’autore, secondo la sua fizione, messer Cacciaguida della sua ventura, dicendo: Mentre ch’io era; cioè io Dante, a Virgilio; che fu mia guida per lo purgatorio, infine ch’elli finse di salire nel paradiso delitiarum, e per tutto lo inferno, coniunto; e questo s’intende allegoricamente; mentre che io era guidato da la ragione superiore e teorica, e similmente da la
- ↑ Qui si tralasciano poche figure geometriche le quali sono nel Riccardiano e Magliabechiano, perchè non utili per la intelligenza. E.
- ↑ C. M. la nave andare per mare vediamo lo cammino che essa fa, e nessuna necessità impegnano a lei che così vada. E però
- ↑ C. M. ragguardando