Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/50

38 p a r a d i s o

52Ella sorrise alquanto, e poi: S’ ell’ erra1
     L’ opinion, mi disse, dei mortali,
     Dove chiave di senso non disserra,2
55Certo non ti dovrien punger li strali3 4
     D’ ammirazion omai: dirieto a’ sensi5
     Vedi che la ragione à corte l’ ali.
58Ma dimmi quel che tu da te ne pensi.
     Et io: Ciò che n’ appar quassù diverso,
     Credo che ’l fanno i corpi rari e densi.
61Ed ella: Certo assai vedrai sommerso
     Nel falso il creder tuo, se bene ascolti
     L’ argomentar ch’ io li farò avverso.
64La spera ottava vi dimostra molti6
     Lumi, li quali nel quale e nel quanto
     Notar si posson per diversi volti.
67Se raro e denso ciò facesser tanto,
     Una sola virtù serebbe in tutti
     Più e men distributa, et altrettanto.
70Virtù diverse esser convegnon frutti
     Dei princìpi formali; e quei, fuor ch’ uno,
     Seguitereno a tua ragion destrutti.7
73Ancor se raro fusse di quel bruno
     Cagion che tu dimandi, od oltre in parte
     Fora di sua materia sì digiuno
76Esto Pianeto; o sì come comparte
     Lo grasso e ’l magro un corpo, così questo
     Nel suo volume cangerebbe carte.

  1. v. 52. C. A. S’ egli erra
  2. v. 54. C. A. senno
  3. v. 55. C. A. dovria punger gli
  4. v. 55. Dovrien; risulta dalla terza singolare dovrie terminata in e, affin di pareggiarla agli altri tempi del congiuntivo; io ame, teme ec. E.
  5. v. 56. C. A. poi dietro
  6. v. 64. C. A. ne dimostra
  7. v. 72. C. A. Seguiterieno