76Udir come le schiatte si disfanno,
Non ti parrà nuova cosa, nè forte,
Possa che le cittadi termine ànno.1
79Le vostre cose tutte ànno lor morte,
Come che voi; ma celasi in alcuna,2
Che dura molto, e le vite son corte.
82Come nel volger del Cielo la Luna3
Cuopre e discuopre i liti senza posa;
Così fa di Firenze la Fortuna.
85Per che non dè parer mirabil cosa
Ciò ch’io dirò degli alti Fiorentini.
Di cui la fama nel tempo è nascosa.4
88Io viddi li Ughi, e vidd’io i Catellini,
Filippi, Greci, Ormanni et Alberichi,
Già nel calar, illustri cittadini.5
91Io viddi così grandi, come antichi,
Con quei de la Sannella quei de l’Arca,
E Soldanieri, e Ardinghi, e Bustichi.
94Sopra la porta ch’al presente è carca
Di nuova fellonia di tanto peso,
Che tosto fi’ iattura de la barca,6
97Erano i Ravignani, onde è disceso
Il conte Guido, e qualunque del nome
Dell’alto Bellincione à possa preso.7
100Quei de la Pressa sapevan già come8
Regger si vuole, et avea Galigaio
Dorata in casa sua già l’elsa e ’l pome.
- ↑ v. 78. C. A. Poscia
- ↑ v. 80. C. A. Sì come voi;
- ↑ v. 82. C. A. E come il volger del Ciel della Luna
- ↑ v. 87. C. A. Onde la
- ↑ v. 90. C. A. calcare,
- ↑ v. 96. C. A. fia giattura della
- ↑ v. 99. C. A. à poscia
- ↑ v. 100. C. A. Quel de