49Ma la cittadinanza, ch’è or mista
Di Campi e di Certaldo e di Fighine,1
Pura vediasi nell’ultimo artista.2
52O quanto fora mellio esser vicine
Quelle genti che io dico, et al Galluzzo,
Et a Trespiano aver nostro confine,
55Ch’averli dentro, e sostener lo puzzo
Del villan da Gullion, di quel da Signa,3
Che già per barattar à rocchio aguzzo!
58Se la gente, ch’al mondo più traligna,
Non fusse stata a Cesari noverca;
Ma come madre al suo figliuol benigna,
61Tal fatto è fiorentino, e cambia e merca,4
Che si serebbe volto a Semifonti
Là, dove andava l’avolo a la cerca.
64Seriesi Montemurlo ancor dei Conti,5 6
Seriensi i Cerchi nel pivier da Crone,7
E forse in Valdigrieve i Buondalmonti.8
67Sempre la confusion de le persone
Principio fu del mal de le cittade,
Come del vostro il cibo che s’appone.
70E cieco toro più avaccio cade,
Che cieco agnello; e molte volte tallia
Più e mellio una che le cinque spade.
73Se tu riguardi Luni et Urbisallia,
Come sono ite, e come se ne vanno
Di rieto ad esse Chiusi e Sinigallia,
- ↑ v. 50. C. A. Figghine;
- ↑ v. 51. C. A. vedeasi
- ↑ v. 56. C. A. d’Aguglion,
- ↑ v. 61. C. A. Fatto è tal
- ↑ v. 64. C. A. Sariesi
- ↑ v. 64. Seriesi: si serie, terminate in e per uniformità agli altri tempi, anche le voci singolari dell’ imperfetto del congiuntivo. E.
- ↑ v. 65. C. A. Sarien i Cerchi nel pivier d’Acone,
- ↑ v. 66. C. A. Bondelmonti.