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ire a Bologna e nelle terre che furno delli Ubaldini, e però dice messer Cacciaguida, secondo che finge Dante, che al tempo suo, non era ancora vinto Montemalo; che era dimostratore della magnificenzia di Roma a chi veniva verso Roma, come l’Uccellatolo è dimostratore della magnificenzia di Fiorenza a chi viene di verso Bologna a Fiorenza dall’Uccellatoio che era de’ Fiorintini, come fu poi che li Fiorentini accrebbono la città e feceno li grandi edifici: stavano contenti li Fiorentini allora a quello che avevano e non tollievano ai loro vicini le loro tenute, come fanno, che; cioè lo quale Montemalo, come vinto Fu; cioè dal vostro Uccellatoio, nel montar; cioè nel montare de la prosperità di Fiorenza, così sarà nel calo; cioè cosi sarà vinto nell’abbassamento de la prosperità dei Fiorentini; cioè di quinde si mosterrà anco più abbassata Fiorenza, che non si mostra ora Roma da Montemalo, sicchè li Fiorentini fumo e saranno ancora più abbassati dall’Uccellatoio, che li Romani si mostrano ora da Montemalo: come sono ora più inalzati, che non è Boma abbassata; così più abbassi 1 si mosterranno ancora a chi verrà dall’Uccellatoio li Fiorentini, che non si mostra ora Roma a chi viene da Montemalo. E così induce l’autore a profetare messer Cacciaguida dell’abbassamento di Fiorenza, benchè questo non è anco avvenuto: sarà quando Iddio vorrà abbattere la superbia fiorentina che è tanta, che non volliano vicino; ma ogni uno sottomettersi. E questo fu infine al tempo dell’autore, sicchè ben poteva indivinare l’autore: imperò che Iddio superbis resistit, humilibus autem dat gratiam; et a presso veggiamo che tutte le cose terrene e mondane ànno mutamento.
C. XV — v. 112-426. In questi cinque ternari lo nostro autore finge come messer Cacciaguida suo 2 terzo avo, seguitando lo suo ragionamento, dice de la temperanza de li antichi Fiorentini che furno al suo tempo in Fiorenza, dicendo: Bellincion Berti; questi fu uno gentile uomo di Fiorenza e fu de’Ravignani, cavaliere e potente cittadino, e furno sue le case 3, quella che si chiamò a porta San Piero, le quali per retaggio della contessa Gualdrada sua figliuola, che fu moglie del primo conte Guido, rimasono ai conti Guidi, perchè discesono di lui e fecenosi cittadini di Fiorenza, vidd’io; cioè viddi io Cacciaguida, andar cinto Di cuoio e d’osso; con tutto che fusse cavalieri. Ecco che erano allora temperati li cittadini di Fiorenza ne li adornamenti: non portavano li cavalieri le cintole d’ariento e di perle, come portano al tempo d’oggi; ma di cuoio e d’osso, e venire