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34 | p a r a d i s o i. | [v. 124-135] |
e verranne fatta un’altra; et assegna la cagione: Perch’a risponder; cioè perchè ad obedire alla intenzione dell’arte, la materia è sorda; cioè è inetta e sconcia. Cosi; ecco che adatta la similitudine, da questo corso; cioè da la inclinazione naturale e animale razionale dell’omo, che è 1 di montare suso a Dio, Talor; cioè alcuna volta, la creatura; cioè ragionevole, si diparte, che à podere; cioè la qual creatura à potenzia, Di piegar, Talor; cioè alcuna volta, così; cioè per sì fatto modo, pinta, in altra parte; cioè pinta in altro fine della sua sensualità, e questo non può fare se non l’uomo che à libertà d’arbitrio, che può seguitare la sensualità e la ragione, e se seguita la ragione 2 va e sallie in alto; ma se seguita la sensualità contra la ragione, fallisce e va a basso 3. E però per la libertà dell’arbitrio è avverata un’altra similitudine dicendo che, sì come si può veder cadere fuoco di nube, ch’è contra natura: imperò che natura del fuoco è di montare, e niente di meno si vede per accidente cadere; così l’anima umana pinta in altre parte, tal volta si diparte da questo corso; cioè da questa inclinazione, che à secondo natura e secondo ragione, di montare suso a Dio; e però si dè ordinare lo parlare in questa forma, e dèsi replicare: E da questo corso si diparte Talor la creatura, dicendosi; cioè: Così, pigliando quello che è detto; cioè, da questo corso si diparte Talor la creatura, che à podere Di piegar; come si può vedere cadere fuoco di nube che è contra la naturale inclinazione; et adiunge: se l’impeto primo; cioè naturale et animale razionale, A terra; cioè alle cose terrene, è torto; cioè è inclinato e levato dal montar suso, dal falso piacere; cioè dalle cose del mondo; e chiama primo impeto lo 4 naturale et animale razionale; et adiunge la similitudine: sì come si può veder cadere Foco di nube; la qual cosa alcuna volta e bene spesso, quando piove, avviene: e sì come addiviene, perchè è fatto forza alla inclinazione naturale dell’accidente 5; così a la naturale et animale razionale inclinazione che prima occorre, è fatto forza, torta dalle cose mondane col loro piacere alla terra.
C. I — v. 136-142. In questi due ternari et uno versetto lo nostro autore finge come Beatrice puose la conclusione del principal silogismo, e pone lo passamento di questa materia ad altra, dicendo così: Poi che così è, che delle cose naturali e ragionevoli lo savio omo non si dè meravigliare e lo montare dell’anima umana a Dio 6;
- ↑ C. M. che dè montare
- ↑ C. M. la ragione non falla, et allora sallire in alto;
- ↑ C. M. basso per la libertà de l’ arbitrio. Et arreca un’ altra
- ↑ C. M. lo istinto naturale et animale, razionale, o vero inclinazione, che alcuna volta s’ inganna per lo piacere delle cose mondane. Et adiunge
- ↑ C. M. dallo accidente;
- ↑ C. M. a Dio è cosa naturale e ragionevile, come provato è per lo testo; donqua tu, Dante, non ti dei meravilliare del tuo levamento mentale a Dio; e però dice,