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c a n t o   xv. 435   

103Non faceva nascendo ancor paura
     La fillia al padre, chè ’l tempo e la dote
     Non fuggian quinci e quindi la misura.
106Non avea case di famiglia vote,
     Non v’era iunto ancor Sardanapalo1
     A mostrar ciò che ’n camera si puote.
109Non era vinto ancora Montemalo
     Dal vostro Uccellatoio, che come vinto2
     Fu nel montar; così sarà nel calo.3
112Bellincion Berti vidd’io andar cinto
     Di cuoio e d’osso, e venire a lo specchio4
     La donna sua senza il viso dipinto.
115E viddi quel dei Nerli e quel del Vecchio
     Esser contenti a la pelle scoperta,
     E le suo donne al fuso et al pennecchio.
118O fortunate! e ciascuna era certa
     De la sua sepultura, et ancor nulla
     Era per Francia nel letto deserta.5
121L’una veghiava a studio della culla,6
     E consolando usava l’idioma,
     Che pria li padri e le madri trastulla;
124L’altra, traendo a la rocca la chioma,
     Favoleggiava co la sua famillia
     De’ Troiani e di Fiesole e di Roma.
127Serea tenuto allor tal meravillia7
     Una Cinghella, un Lapo Saltarello,8
     Qual or serea Cincinnato, e Cornillia.9

  1. v. 107. C. A. giunto
  2. v. 110. C. A. come è
  3. v. 111. C. A. Nel montar su,
  4. v. 113. C. A. venir dallo
  5. v. 120. C. A. diserta.
  6. v. 121. C. A. vegghiava
  7. v. 127. C. A. Saria
  8. v. 128. C. A. Cianghella, un Lapo Salterello,
  9. v. 129. C. A. o Corniglia.