76Però ch’al Sol, che v’allumò et arse1
Col caldo e co la luce, en sì equali,2
Che tutte simillianze sono scarse.
79Ma vollia et argomento nei mortali,
Per la cagion ch’a voi è manifesta,
Diversamente son pennute l’ali.3
82Ond’io, che son mortal, mi sento in questa
Disagguaglianza; e però non ringrazio,
Se non col cuore a la paterna festa.
85Ben supplico io a te, vivo topazio,
Che questa gioia preziosa ingemmi,
Perchè mi facci del tuo nome sazio.
88O fronda mia, in che io compiacemmi
Pur aspettando, io fui la tua radice:
Cotal principio, rispondendo, femmi.
91Possa mi disse: Quel da cui si dice
Tua cognazione, e che cent’anni e piue4
Girato à ’l monte a la prima cornice,
94Mio fillio fu, e tuo bisavo fue:5
Ben si convien che la lunga fatica
Tu li raccorci co l’ opere tue.
97Fiorenza dentro da la cerchia antica,
Onde ella tollie ancora Terza, e Nona,6
Si stava in pace sobria e pudica.
100Non avea catenelle, non corona,7
Non donne contigiate, non cintura,8
Ch’a veder fusse più che la persona.
- ↑ v. 76. C. A. n’allumò
- ↑ v. 77. C. A. con la luce, e sì eguali,
- ↑ v. 81. C. M. C. A. pennuti in
- ↑ v. 92. C. A. ben cent’
- ↑ v. 94. C. A. bisavol
- ↑ v. 98. Il Cod. Palat. — Ond’ella coglie
- ↑ v. 100. C. A. catenella
- ↑ v. 101. II Muratori nella xxiii Dissert. delle Antichità ec. ne offre questa variante: Non gonne contigiate; e gonne aveva già l’Antaldino.