22Nè si partì la gemma dal suo nastro;
Ma per la lista radiai trascorse,
Che parve foco dentro ad alabastro.1
25Sì pia l’ombra d’Anchise si porse,
( Se fede merta nostra maggior Musa )
Quando in Elisio del figliuol s’accorse
28O sanguis meus, o super infusa
Gratia Dei, sicut tibi, cui
Bis unquam Caeli janua reclusa!
31Così quel lume; ond’io attesi a lui,2
Poscia rivolsi a la mia donna il viso,
E quinci e quindi stupefatto fui:
34Chè dentro alli occhi suoi ardeva un riso3
Tal, ch’io pensai co’ miei toccar lo fondo
De la mia grazia e del mio paradiso.
37Inde, ad udire e vedere iocondo,
Iunse lo spirto al suo principio cose,
Ch’io nolle ’ntesi: sì parlò profondo.4
40Nè per elezion mi si nascose;
Ma per necessità: chè ’l suo concetto
Al segno de’ mortal si soprapuose.
43E quando l’arco dell’ardente affetto
Fu sì sfogato, che ’l parlar discese5
In ver lo segno del nostro intelletto,
46La prima cosa che per me s’intese,
Benedetto sia Tu, fu, trino et uno,
Che nel mio sangue se tanto cortese.6 7
- ↑ v. 24. C. A. dietro ad
- ↑ v. 31. C. A. io m’attesi
- ↑ v. 34. C. A. occhi tuoi
- ↑ v. 39. C. A. io non intesi:
- ↑ v. 44. C. A. che per l’aer discese
- ↑ v. 48. C. M. nel mio seme sei
- ↑ v. 48. Se; persona seconda dall’infinito sere, ed oggi meglio se’ o sei. E.