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C A N T O XV.
1Benigna voluntà, in che si liqua
Sempre l’amor che drittamente spira,
Come cupidità fa ne l’iniqua,
4Silenzio puose a quella dolce lira,
E fece quietar le sante corde,
Che la destra del Cielo allenta e tira.
7Come saranno ai iusti preghi sorde
Quelle sustanzie che, per darmi vollia
Ch’io le pregasse, a tacer for accorde?1
10Ben è che senza termine si dollia
Chi, per amor di cosa che non duri
Eternalmente, quello amor si spollia.
13Quale per li seren tranquilli e puri
Discorre ad or ad or subito foco,
Movendo li occhi che si stan sicuri,2
16E pare stella che tramuti loco,
Se non che da la parte, onde s’accende,
Nulla si perde, et esso dura poco;3
19Tale dal corno, che ’n destro si stende,
Al piè di quella Croce corse un astro
Della costellazion che lì risplende;
Par. T. III. | 28 |