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dosi chiama Iddio, dal quale cognosce che viene tanta grazia; e però dice: che; cioè lo quale Iddio, sì li addobbi; cioè sì li adorni questi spiriti di splendore! Et ora induce una similitudine, dicendo: Come distinta; cioè variata, di minori e maggi Lumi; cioè stelle grandi e piccole, biancheggia tra’ poli del mondo; cioè tra ’l polo artico et antartico, Galasia; questo è uno cerchio in cielo che si chiama cerchio latteo per la sua bianchezza, e di questo fu detto nel canto xvii de la prima cantica: questo cerchio incomincia dal paralello del polo artico,1 e finisce al paralello del polo antartico 2, et alcuna latitudine contiene ne la quale si vedeno stelle: imperò che non è sì condenso che appiatti le stelle et attraversa lo zodiaco, e perchè àe alcuna latitudine e vedonvisi stelle, però assomiglia l’autore le liste che vidde in Marte a Galasia: imperò che in esse vedeva li beati spiriti rilucere come stelle; e per queste stelle che vi si veggono dentro, tenneno alquanti che non fusse cerchio, et anco perchè ogni notte nè d’ogni tempo non si vede, e però dice l’autore, sì; cioè per sì fatto modo biancheggia Galasia, tra’ poli del mondo distinta di maggiori e minori stelle, che fa dubbiar ben saggi; cioè ben saputi Astrolaghi, se si dè contare tra cerchi del cielo: imperò che pare che siano vapori che in quella parte siano levati al cielo. Sì; cioè per sì fatto modo, come Galasia, costellati; cioè pieni di splendori a modo di stelle; li quali splendori erano anime beate, facean nel profondo Marte; cioè nel mezzo del corpo di Marte, quei raggi; cioè quelle due liste raggiose piene di splendori, come detto è, il venerabil segno; cioè de la croce: imperò che quelle due liste raggiose stavano come una croce l’una a traverso dell’altra, Che; cioè lo segno, fa iunture; cioè coniungiture, di quadranti in tondo; chi volesse fare nel tondo quattro iunture di quadranti farebbe una croce nel tondo a questo modo, e così dice che stavano le due liste et in esse li beati a modo di stelle, come è figurato qui.
C. XIV — v. 103-111. In questi tre ternari lo nostro autore finge come in Marte ne le dette due liste vidde li beati spiriti andare scintillando da su in giù e da l’uno corno de la croce all’altro, quando s’aggiungevano insieme e trapassavansi. E finge che in quella croce rappresentava lo combattimento che fece Cristo, quando in su la croce sconfisse lo dimonio, e però dice. Qui; cioè in que-