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404 | p a r a d i s o xiii. | [v. 118-129] |
zione 1 tua, Dante, Per farti muover lento; cioè per farti andare lentamente a negare o affermare quello che si dice, come andrebbe colui che avesse lo piombo ai piedi, com’uom lasso; cioè come l’uomo stanco che si muove lento, Et al sì; cioè et all’affermazione, et al no; cioè et al negare, che tu non vedi; cioè se si debbe affermare o negare. Chè quelli; cioè imperò che; ecco la cagione, tra li stolti ben è basso; cioè ben è infimo tra li stolti, cioè è stoltissimo de li stolti, Che senza distinzion; cioè che prima faccia, afferma o nega; non fatta la distinzione, Cosi nell’un come nell altro passo; cioè così nelle proposizioni affirmative, come nelle negative: imperò che l’uomo può negare et affermare la negativa e così l’affirmativa; e chi lo fa senza distinzione è stoltissimo: imperò che la cosa potrà essere vera in uno modo e falsa in uno altro modo, sicchè per diversi respetti potrebbe essere vera e falsa, siccome appare ne le dette di sopra. E però in questa parte tocca bella et utile moralità; cioè che l’omo non dè essere frettuloso a negare, o ad affermare quello di che è addimandato; dè ben prima veder innanti che neghi, o affermi, se è da negare o d’affermare, e quello fare con distinzione ancora.
C. XIII — v. 118-129. In questi quattro ternari lo nostro autore conferma l’ammonimento che finse dato a lui da santo Tomaso predetto, fingendo ancora lo detto santo Tomaso continuare lo suo parlare, dicendo così: Sai tu, Dante, perch’io Tomaso òne detto che colui è stoltissimo che afferma o nega le proposizioni affirmative e negative senza distinzione? Perch’ell’incontra; ecco la cagione, per ch’elli avviene questo, cioè, che più volte piega l’opinion corrente a falsa parte; cioè l’opinione corrente, che non si ferma a distinguere, più volte piega a falsa parte che a la vera parte; e la cagione si è che de le cose non certe è opinione: imperò che de le certe è scienzia, e quando l’opinione si dirizza a la verità non è più opinione: imperò che diventa scienzia, sicchè, stante l’opinione che è credere che così sia senza certezza, piega lo ’ntelletto a la falsità, per che a la verità non adiunge e però piegasi a quel che crede esser vero, E poi l’affetto lo ’ntelletto lega; et adiunge la cagione, per che l’uomo sta fermo ne la sua opinione, cioè perchè l’affetto; cioè l’amore che l’omo àe posto al suo iudicio, lega lo ’ntelletto, e non nel lascia partire, poi che s’è incominciato a fermare. Via più che ’ndarno; cioè via più che invano s’affatica, come colui che navicando, si parte da riva; e non sa dove elli vada; et affaticatosi poi si ritorna a la riva unde s’è partito 2, àe perduto la sua fatica: peggio