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[v. 22-33] | c o m m e n t o | 391 |
a parlare santo Tomaso d’Aquino a solvere lo dubbio, mosso di sopra, con molta eloquenzia, come apparrà nel testo.
C. XIII — v. 22-33. In questi quattro ternari lo nostro autore finge come santo Tomaso d’Aquino dopo alcuno canto e movimento fatto in giro ritornò a parlare, quietato lo loro movimento, dicendo così: Poi che tanto di là da nostra usanza; cioè poi che oltra la nostra usanza eccessivamente, Lì; cioè in quel luogo, nel quale io Dante era con Beatrice, cioè nel corpo solare, si cantò non Bacco; cioè non si cantò Bacco, cioè le lode di Bacco, come si solevano cantare dai Tebani nel monte Citerone, quando facevano la sua festa e li suoi sacrifici, come è stato detto di sopra in questa opera, non Peana; cioè non si cantorno le lode di Pean cioè d’Appolline 1, le quali, si cantavano in Delo et in Licia da coloro che li facevano sacrificio che erano infideli 2, Ma tre Persone; cioè lo Padre, lo Figliuolo, lo Spirito Santo, in divina natura: imperò che le dette tre persone sono nella natura divina, Et in una persona; cioè ne la persona del Figliuolo tanto, essa; cioè divina natura, e l’umana; cioè natura insieme si cantò dai detti due serti, che si moveano intorno a me Dante et a Beatrice; ecco quello che cantavano quelli beati spiriti, secondo la fizione dell’autore: imperò che mentre che furno in questa vita da loro non si cantò nei loro libri, se non le lode de la santa Trinità che è ne la divinità, e della divinità del Verbo iunto co l’umanità; e questo fu cantato tanto eccessivamente da la usanza del nostro cantare mondano, Quanto di là dal muover de la Chiana; ecco la relazione che l’autore arreca per similitudine dicendo: Quanto avanza lo muover de la Chiana lo primo mobile, che gira tanto ratto, che in ventiquattro ore fa la sua revoluzione: la Chiana è uno fiume padulesco, che è in Toscana tra Siena e Perogia, che va sì piano che non si vede suo movimento, Si muove ’l Ciel; cioè lo cristallino, lo primo mobile, che; cioè lo quale cielo, tutti gli altri; cioè cieli, avanza; cioè soperchia nel suo movimento. E così 3 dice che tanto lo canto di quelli beati spiriti avanzava in dolcezza lo canto umano che si fa nel mondo, quanto lo moto del primo moto avanza in celerità lo movimento della Chiana. E poi che quine tanto eccessivamente fu cantato le dette lode de la santa Trinità e de la incarnazione del Verbo, Compiè ’l cantor; cioè santo Tomaso d’Aquino, lo quale finge l’autore che fusse cantatore delle dette lode: imperò che nelle sue opere che scrisse, eccessivamente di ciò parloe, come appare a chi le legge, al volger; cioè a dare la volta tonda del