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[v. 1-9] | c o m m e n t o | 359 |
che stiano salde 1, perchè lo intelletto non è verisimile che allora contempli Iddio; nella quale contemplazione sta la beatitudine umana; ma, finito lo parlamento, finge che ritornino a la detta contemplazione. E nel suo giro; cioè nel suo circulare movimento, tutta; cioè quella brigata di quelli 2 santi spiriti, non si volse; cioè non compie di fare lo giro tutto, Prima; cioè innanzi, ch’un’altra; cioè che un’altra brigata di spiriti, la chiuse; cioè inchiuse quello cerchio di prima dei beati detti di sopra, d’un cerchio; cioè con uno altro cerchio; e per questo finge che apparissono altri beati spiriti di minor gradi che li detti di sopra, e però finge che quelli di sopra che furno in maggior grado di scienzia si girino più presso al centro del corpo del Sole, e questi altri poi in uno altro cerchio più distante che circunda lo primo, per mostrare che dalla scienzia di quelli di prima furno illuminati et aiutati quelli secondi, com’è chiaramente: imperò che santo Tommaso fece opere nella santa Teologia 3 che illuminorno molto la santa Scrittura, e chi la studia grande lume ne riceve. E moto a moto, e canto a canto colse; cioè lo cerchio di quelli di fuora accordò lo suo moto e lo suo canto con quelli d’entro. E per questo dà ad intendere che concordia grandissima era tra loro e che tutti s’accordavano a la contemplazione d’Iddio et a la loda sua, benchè quelli di dentro più dappresso, e quelli di fuora più dilungi. Canto; ora manifesta che canto era quello, mostrando la sua perfezione dicendo, che; cioè lo quale canto, tanto vince nostre Muse; cioè le nostre poetiche scienzie tanto avanza, cioè tutte le fizioni che potessono fare li Poeti de le melodie del canto, Nostre Sirene; che cose siano Sirene è stato detto di sopra in questa opera; ma qui l’autore le piglia per tutte le dolcezze del canto che possano più tirare a sè lo sentimento umano, in quelle dolci tube; cioè in quelle dolci voci di quelli spiriti beati: certo le voci dei beati spiriti vinceno ogni dolcezza di canto nella lode che rendeno a Dio, Quanto primo splendor; cioè vince, quel; cioè splendore, che; cioè lo quale, rifuse; cioè che riverberò poi di quindi, cioè dal primo. Ecco che dimostra per comparazione e per similitudine quanto quello canto avanza tutti li canti mondani; cioè tanto quanto lo primo splendore avanza lo secondo che rifulge di quinde, cioè come quando lo Sole manda li raggi suoi sopra una acqua, e di quinde li riflette a qualche parete: quanto lo primo splendore del Sole vince lo splendore secondo che riflette a la parete, tanto vince lo canto dei beati lo canto dei mondani.
C. XII — v. 10-21. In questi quattro ternari lo nostro autore,