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358 | p a r a d i s o xii. | [v. 1-9] |
sarà la prima lezione, si divide tutta in sei parti: imperò che prima finge l’autore che, compiuto che ebbe di dire santo Tomaso le cose ette di sopra, incominciò 1 a girare lo suo cerchio che era intorno a lui et a Beatrice et a cantare, et apparvene uno altro intorno a quello nel quale finge che fussono spiriti beati non di tanta perfezione di quanta quelli del primo cerchio in scienzia et in santità tra’ quali era m.° Bonaventura; nella seconda finge e dimostra per similitudine come l’uno cerchio inchiudea l’altro, e come da quel d’entro nacque lo movimento di quello di fuori, et incominciasi quine: Come si volgen ec.; nella terza finge come, posato lo giro e lo canto, uno dei beati spiriti del cerchio di fuori incominciò a parlare, unde Dante si dirizzò verso lui, et incominciasi quine: Poi che ’l tripudio ec.; nella quarta parte finge come lo detto spirito parlando intrò nella materia dei detti due campioni, per dire di santo Domenico poi che santo Tomaso avea detto di santo Francesco, et incominciasi quine: L’esercito ec.; nella quinta parte descrive lo luogo dove nacque santo Domenico, et incominciasi quine: In quella parte ec.; nella sesta parte incomincia a dire della perfezione della sua vita e come fu santo infine da la sua natività, et incominciasi quine: Poi che le sponsalizie ec. Divisa adunqua la lezione, ora è da vedere lo testo co l’esposizioni litterali, allegoriche e morali.
C. XII — v. 1-9. In questi tre ternari lo nostro autore finge come al fine del suo parlare fu venuto santo Tomaso, lo suo cerchio incominciò a girare e non compie lo giro, che uno altro cerchio apparve intorno a quello rispondendo al moto et al canto lodando molto quel canto, dicendo così: Sì tosto; cioè altresì tosto, come l’ultima parola; la quale fu: se non si vaneggia, come appare nel precedente canto. La benedetta fiamma; cioè santo Tomaso lo quale introdutto dall’autore àe parlato insino al principio di questo canto, nel quale l’autore introducerà a parlare frate Bonaventura da Bagnoreo; e bene lo chiama fiamma: imperò che sotto spezie di fiamma àne introdutto l’autore li spiriti beati apparire loro, per dir tolse; cioè prese per dire quella ultima parola, cioè si vaneggia — A rotar cominciò la santa mola; cioè incominciò a girare lo circulo in che erano, lo quale appella mola per similitudine: imperò che girava come fa la 2 mola, cioè la macina del mulino. E questo finge l’autore, per dimostrare quello che è stato detto di sopra, cioè che li beati spiriti fanno moto circulare intorno a Dio: imperò che, da lui incominciando lo loro intelletto a contemplare la sua infinita bontà e discorrendo per tutta la natura, a lui ritornano godendo di lui et in lui rallegrandosi. E quando finge che parlino a lui et ad altri, finge