49Non molto lungi al percuoter dell’onde,
Dietro a le quali per la lunga foga
Lo Sol tal volta ad ogni om si nasconde,
52Siede la fortunata Caleroga1
Sotto la protezion del grande scudo,
In che soiace il Leone e soioga.2
55Dentro vi nacque l’amoroso drudo
Della Fede cristiana, il grande atleta,
Benigno a’ suoi et a nimici crudo;
58E come fu creata, fu repleta3
L’anima sua di divina virtute4
Che ne la madre lei fece profeta5
61Poi che le sponsalizie fuor compiute
Al sacro fonte tra lui e la Fede,
U’ si dotar di mutua salute,
64La donna, che per lui l’assenso diede,
Vidde ’l nel sonno il mirabil frutto,
Ch’uscir dovea di lui e de le rede;6
67E perchè fusse quale era costrutto,7
Quinci si mosse Spirito a nomarlo
Del possessivo, di cui era tutto,
70Domenico fu detto; et io ne parlo
Sì come de l’agricola, che Cristo
Elesse all’orto suo per aiutarlo.
49Ben parve messo e familiar di Cristo:
Chè ’l primo amor, che ’n lui fu manifesto,
Fu al primo consillio che diè Cristo.
- ↑ v. 52. C. A. Calaroga
- ↑ v. 54. C. A. soggiace il Leone e soggioga.
- ↑ v. 58. Repleta, ripiena, alla guisa del repletus latino. Frate Iacopone cantò a D’ogni «virtù repleta A me ’l capo chinava».
- ↑ v. 59. C. A. Sì la sua mente di viva virtute,
- ↑ v. 60. Profeta; usato qui feminile come la duca, la Tana. E.
- ↑ v. 66. C. A. dello erede;
- ↑ v. 67. C. A. fosse quale era in costrutto,