22Poi che ’l tripudio e l’altra festa grande
Sì del cantare e sì del fiammeggiarsi
Luce con luce gaudiose e blande
25Insieme al punto, et al voler quetarsi,
Pur come li occhi, ch’al piacer che i move,1
Conviene insieme chiudere e levarsi,
28Del cor dell’una de le luci nove
Si mosse voce, che l’ago a la stella2
Parer mi fece e volger al suo dove;3
31E cominciò: L’amor, che mi fa bella,
Mi tragge a ragionar dell’altro duca,4
Per cui del mio sì ben ci si favella.
34Degno è che dov è l’un, l’altro s’induca
Sì che, com’elli ad una militaro,
Così la gloria loro insieme luca.
37L’esercito di Cristo, che sì caro
Costò a riarmar, dietro a la ’nsegna
Si movea tardo, sospettoso e raro,5
40Quando lo ’mperador, che sempre regna,
Providde a la milizia, che era in forse,
Per sola grazia, e non per esser degna;6
43E, com’è detto, a sua sposa soccorse
Con du’ campioni, al cui fare, e ’l cui dire7
Lo popolo sviato si raccorse.8
46In quella parte, ove surge ad aprire
Zefiro dolce le novelle fronde,
Di che si vede Europa rivestire,
- ↑ v. 26. C. A. agli occhi,
- ↑ v. 29. C. A. Si mosse luce,
- ↑ v. 30. C. A. fece in volgersi
- ↑ v. 32. C. A. alto duca,
- ↑ v. 39. C. A. sospicioso e
- ↑ v. 42. C. A. grazia, non
- ↑ v. 44. C. A. al cui fare, al cui
- ↑ v. 45. C. A. popol disviato