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scoglio si gittò in mare e diventò iddio marino. E questo esemplo àe indutto l’autore, a dimostrare com’elli fu trasformato, secondo l’anima, dell’umanità alla divinità accordandosi con Boezio nel quarto libro della Filosofica Consolazione, dove pone Boezio che tutti buoni fussono iddii, dicendo così: Memento enim illius corollarii, quod paulo ante prœcipuum dedi, ac sic collige: Cum ipsum bonum beatitudo sit, bonos omnes eo ipso quod boni sunt, fieri beatos liquet; sed qui beati sunt, deos esse convenit. E per tanto elli, che era venuto allo stato della innocenzia, era trasformato in Dio; ma come si debbia intendere che l’omo si trasformi in Dio lo dimostra Boezio nella sua opera, libro terzo, prosa decima, quando dice: Omnis igitur beatus Deus; sed natura quidem unus, participatione vero nihil prohibet esse quam plurimos.— Trasumanar; cioè passare dall’umanità a più alto grado, che non può essere se none Iddio: imperò che nulla natura è più nobile dell’umana se non la divina; benchè l’angelica sia avale superiore, di po’ l’ iudicio serà equale, come dice lo maestro delle sentenzie nella seconda distinzione, Non si poria; cioè non si potrebbe, significar per verba; cioè dimostrare per parole, e però io ò dato l’esemplo di Glauco, però l’esemplo; ch’i’ò dato di Glauco; e ben dice esemplo: imperò che esemplo è colore retorico, come dice Tullio: Exemplum est alicuius facti vel dicti prœteriti cum certi auctoris nomine prœposito — , basti; a dichiarare come da umanità si monta a divinità, A cui; cioè a colui al quale, grazia; cioè divina, serba l’esperienza; cioè ch’elli ne vegga l’esperienzia in sè: imperò che ai beati che ànno l’esperienzia di ciò non è bisogno di dirlo; ma coloro che non sono anco venuti alla beatitudine; ma bene sono delli eletti, se voliano sapere come si trasumana, notino l’esemplo di Glauco, che con parole io Dante non lo potrei loro dire sì, che perfettamente s’intendesse; ma l’esemplo dato dimostra che trasumanare è montare dall’umanità alla divinità, siccome Glauco di pescatore diventò iddio marino gustando l’erba che avea quella virtù, così l’anima umana gustando le cose divine diventa divina. In questa fizione à volsuto dimostrare l’autore nostro in sè come li santi omini che sono nel mondo si trasumanano per grazia, stando in vita contemplativa che sono quanto a l’anima risplendenti come è lo Sole nel cospetto di Dio; e così per opposito si dè intendere che li omini scelerati che sono rifiutati da Dio si disumanano e diventano bestie varie, secondo vari vizi, come dice ancora Boezio nel predetto luogo nel libro terzo, e diventano sozzi et oscuri quanto all’anima, come è lo dimonio, stando in questa vita.
C. I — v. 73-84. In questi quattro ternari lo nostro autore finge com’elli fu levato dal lume dello Spirito Santo, fu ratto dalla dol-