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p a r a d i s o xi. |
[v. 85-93] |
che maestro era: imperò che discepoli aveva, Co la sua donna; cioè co la povertà, e con quella famiglia; cioè dei frati che erano intrati a la sua vita, che furno in numero dodici, Che; cioè la quale famiglia, già legava; cioè teneva obligati la promessione, che fatto avevano a santo Francesco, l’umile cavestro; cioè la corda cinta, la quale corda santo Francesco prese per cintura per umiltà, et appresso perchè lo Spirito Santo lo guidava in segno che chi seguitava la sua vita dovea intendere ch’elli era legato a la religione, la quale come è stato detto nella prima cantica, l’uomo lega, sottomessa la sua libertà a la religione et a l’obedienzia, che prima era obligato a Dio pur secondo la legge della natura, siccome creatura a lo suo creatore. Nè li gravò viltà di cuor le ciglia; cioè non si vergognò: la vergogna nelle cose virtuose viene da viltà d’animo; e però dice che viltà di quore non gravò le ciglia a santo Francesco, cioè non gli indusse vergogna. E qui è da notare due cose; cioè che la viltà viene dal cuore e così l’ardire, e che la fronte è consecrata a la vergogna, come diceno li Poeti che li membri del corpo diversi sono deputati a diversi atti, come gli orecchi a la memoria, la fronte a la vergogna, le ginocchia a la misericordia, le mani a la fede, li occhi a l’onestà, lo capo tutto a la reverenzia, e però dice che non calò le ciglia per viltà di cuore. Per esser fil di Pietro Bernardone; cioè benchè non fusse di grande parentado, figliuolo d’uno cittadino d’Ascesi di non troppo grande affare, lanaiuolo, Nè per parer dispetto a meraviglia; cioè nè benchè paresse despetto in quello abito che era scalzo, cinto co la corda che era meravigliosamente despetto abito, Ma regalmente sua dura intenzione; cioè con animo regale e grande la sua dura intenzione, cioè di mantenere obedienzia, povertà e castità: la quale cosa è, molto dura: imperò che queste tre cose vegnano contra tre inclinazioni che nasceno de le tre potenzie che Iddio puose nell’anima umana; cioè l’obedienzia contra la libertà dello arbitrio nel male, che nasce torgendosi da la ragione; castità contra lo peccato de la carne, che nasce torcendosi da la concupiscibilita del bene; povertà contra lo soperchio uso dei beni terreni, che nasce torcendosi da la irascibilità, Ad Innocenzio aperse; cioè manifestò a papa Innocenzio terzio che fu nel mille 200, et elli confermò la sua regola; imperò che aveva avuto in visione ch’elli vedeva cadere la chiesa di santo Ioanni Laterano, se non che due in abito despetto la sostenevano; e, venendo poi a lui santo Francesco, li parve che fusse colui ch’elli aveva veduto in visione sostenere la chiesa predetta che non cadesse, e però li fu benivolo a farli ogni grazia che li addimandò e però dice: e da lui; cioè da papa Innocenzio, ebbe; cioè santo Francesco, Primo sigillo; cioè prima confermazione della sua regola con