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p a r a d i s o xi. |
[v. 1-12] |
falsa: imperò che prova Boezio nel libro suo de la Filosofica Consolazione che chi ene ricco di questi beni mondani, non à ciò che vuole, e però seguita che non sia beato. E così delli argomenti che l’uomo si fa dell’altre cose; e per queste false deduzioni gli uomini s’arrecano a le cose mondane, vili e transitorie, e seguitando le varie opere de li omini secondo li vari cammini che l’omini pigliano per venire al suo fine desiderato. Dice: Chi; cioè alcuno uomo, Sen giva; cioè se n’andava co l’opera, dietro ad iura; cioè per aver ricchezze alcuno s’operava nelle leggi canoniche e civili, studiando in esse per essere ricco, e chi; cioè alcuno sen giva di rieto, ad aforismi; cioè agli aforismi d’Ipocrate li quali s’appartegnano a Medicina; e per questo intende che alcuno s’operava in Medicina, studiando in essa per essere ricco coll’arte della Medicina, e chi; cioè et alcuno, sequendo sacerdozio; cioè se n’andava, seguitando gli ordini del sacerdozio facendosi sacerdote o cherico per essere ricco, E chi; cioè et alcuno, regnar; cioè s’affaticava di regnare e signoreggiare, per forza; cioè per violenzia sottomettendo li popoli, e per sofismi; cioè per false demostrazioni e per ipocrisia: sofismo è argomento apparente 1; ma non essente, e così molti colle demostrazioni false vengnano a signoria, e se non vi vegnano si sforzano di venirvi, E chi; cioè et alcuno s’affaticava, in rubare; cioè gli altri men potenti, per avere ellino, e chi; cioè et alcuno, S’affaticava; questo verbo si dè pigliare con tutti quelli che io l’ò preso di sopra, in civil negozio; cioè nella negoziazione della città, cioè nell’arti e nei mestieri che s’appartegnano di fare a chi vuole vivere civilmente, Chi; cioè alcuno, involto nei diletti de la carne; cioè inviluppato ne le lussurie, S’affaticava; cioè in esse lussurie, e chi; cioè et alcuno, si dava all’ozio; cioè al riposo et a la pigrizia, non volendo fare nulla; ma mangiare e bere e dormire, come le bestie. Ecco che à contato lo nostro autore nuove cure e sollicitudini che gli uomini mondani pigliano ingannati dall’amore mondano, cioè dei beni mondani, cioè li iudici delle leggi canoniche e civili, li medici della fisica e de la cirugia, li cherici degli ordini ecclesiastici e de’benefici, li signori di signoria, li rubbatori in rubbare, li artefici nei loro artifici, li carnali e lussuriosi nei diletti carnali e lussurie, e li pigri ne l’ozio; unde à toccato quasi tutte le diversità degli esercizi degli uomini mondani, da li quali dimostra sè essere libero per lo studio preso da la santa Teologia, e però dice: Quando da tutte queste cose; le quali io òne contate, sciolto; cioè libero io Dante, Con Beatrice; cioè co la Santa Scrittura, studiandola leggendola, m’era suso in Cielo; secondo la lettera, corporalmente;
- ↑ C. M. apparente e non esistente, e così