[v. 133-148] |
c o m m e n t o |
327 |
Che leggendo nel vico de li strami; è una contrada in Parigi che si chiama la contrada 1 de li strami, perchè quine si vende lo strame per li cavalli, e quine lesse Loica lo detto maestro Sigeri, Sillogizzò; cioè, leggendo li Elenci d’Aristotile, fece certi silogismi a provare alquante verità sì bene et artificialmente, che gliene fu portato invidia. Inde; cioè da poi che santo Tomaso ebbe detto; e fa la similitudine, come orologio; cioè come l’oriuolo che è istrumento che segna l’ore, rotando le sue rote e percotendo le campanelle che vi sono appiccate co’martellini, che ne chiami; cioè li religiosi e li sacerdoti, Nell ora; cioè del mattino, che la sposa d’Iddio; cioè nella quale ora la sposa di Dio, cioè la santa Chiesa che è sposa d’Iddio, surge; cioè del letto e da dormire si leva, A mattinar; cioè a dire lo mattino, e 2 dicendolo a lodare, lo sposo; cioè Iddio padre, perchè l’ami; cioè a ciò che lo detto sposo ami la detta sua sposa 3, Che l’una parte; cioè delle roti che sono nell’orologio, l’altra tira; cioè parte delle ruoti di rieto a sè, et urge; cioè spinge quella che va inanzi, Tin tin sonando; le campanelle delli uorioli quando suonano tin, tin? Quando sono percosse dai loro martellini, con si dolce nota; cioè suonano le campanelle dell’oriuolo, Che ’l ben disposto spirto; cioè dei religiosi e dei cherici, d’amor turge; cioè gonfia e cresce dell’amore e della carità di Dio, Così; ecco che adatta la similitudine, vidd’io; cioè Dante, la gloriosa rota; di quelli dodici beati spiriti, Muoversi; cioè in giro, e render voci a voci in tempra; cioè in temperanza, rispondendo l’una voce a l’altra, Et in dolcezza; cioè sì fatta, che esser non può nota; cioè non si può manifestare: imperò che l’anima, mentre che è in carne, non è capace della dolcezza del canto di vita eterna; e però adiunge: Se non colà; cioè in quel luogo, dove ’l gioir; cioè nel quale lo godere e lo dilettarsi, s’insempra; cioè s’imperpetua: imperò che la beatitudine dei beati mai non debbe venire meno. Et in questa parte potrebbe lo lettore dubitare, perchè lo nostro autore àe finto che questi così fatti beati spiriti si rappresentino nel corpo solare. A che si può rispondere, come è stato detto di sopra della rappresentazione finta da lui essere fatta dai beati spiriti nelli altri pianeti, cioè imperò che questi così fatti beati spiriti ebbono influenzia dal detto pianeto, et in quella seguitorno; e perchè la loda di tale influenzia si rende a quello pianeto, finge che in esso si rappresentino. Et acciò che veggiamo le influenzie che cagiona lo Sole,
- ↑ C. M. lo chiasso de li
- ↑ C. M. e lodare Dio che è lo sposo suo, perchè
- ↑ Pietro Giordani in un suo Discorso -Dante e la Musica-, riflette come l’Allighieri il quale tutto riveste e muove d’affetto, con quanta grazia s’imagina la musica sacra, come un’armoniosa serenata della chiesa al suo sposo Cristo. E.