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[v. 121-132] | c o m m e n t o | 325 |
tra i cristiani, che nel tempo dei pagani e tra i pagani; e questo libro scrisse a santo Agostino che ne l’aveva pregato, perchè li fusse ad aiuto al libro che santo Augustino voleva fare De Civitate Dei; e però dice che Orosio fu avvocato dei tempi cristiani, cioè difenditore: come l’avvocato che difende la parte sua e del clientulo suo; così difese Paulo Orosio li tempi della cristianità che passorno con meno mali che quelli dei pagani, Del cui latino; cioè del parlar del quale e delle sue ragioni, ch’elli puose nel suo libro, Augustin; cioè santo Augustino quando fece lo libro De Civitate Dei — . si provide; faccendolo fare innanti, per avere poi meno fatica a ritrovare le storie. Seguita.
C. X — v. 121-132. In questi quattro ternari finge l’autore che santo Tomaso, seguitando lo suo parlare, li dimostrò Boezio romano, Isidoro, Beda e Ricciardo, dicendo: Or; cioè ora, se tu; cioè Dante, l’occhio della mente; cioè lo ’ntelletto tuo, ecco che ben dimostra ch’elli intenda allegoricamente ch’elli vedesse queste anime mentalmente, e non corporalmente, trani; cioè tiri, Di luce in luce; cioè di spirito beato in spirito beato che sono contenuti in queste luci, secondo la fizione dello autore, che stavano in giro intorno a loro, dietro a le mie lode; cioè di rietro a me, che vo lodando ciascheduno di costoro, dice santo Tomaso, Già dell’ottava; cioè luce, con sete; cioè con desiderio, rimani; cioè tu, Dante, che ài voglia di sapere chi sono: io t’ò detto insine a la settima, ora resta che tu sappi de l’ottava chi ella è. Ecco che dichiara chi è questa luce ottava, dicendo: Per veder ogni ben dentro vi gode L’anima santa; cioè dentro in quella luce ottava gode l’anima santa, cioè di Boezio romano che fu della famiglia di Mallio Torquato, che fu valentissimo uomo in tutte e sette le scienzie 1, come dimostrano l’opere sue e lo libro della Filosofica Consolazione, nella quale dimostra li beni del mondo essere fallaci et ingannevili e non durativi 2 per la loro mutazione, e dimostra qual sia vero e sommo bene, cioè Iddio. E perchè vi gode? Per veder ogni ben: imperò che nel mondo vidde ogni bene, lo mondano come è ingannevile, et Iddio com’è sommo bene e vero; e lui seguitò e lo mondano dispregiò, come appare nel detto libro, che ’l mondo fallace; cioè la quale anima di Boezio che è nell’ottava luce, Fa manifesto; lo mondo ingannevile, a chi; cioè a colui lo quale, ode il ben di lei; cioè ode quello ch’ella scrisse nel libro della Filosofica Consolazione essere lo suo bene, cioè Iddio, lo quale è sommo e perfetto bene, e lo bene mondano è bene falso et inganne-