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320 | p a r a d i s o x. | [v. 76-90] |
saper ec.; nella terzia parte finge che girando intorno li nominasse degli altri che erano stati scientifichi infine in sette, et incominciasi quine: Quell’altro fiammeggiar ec.; nella quarta parte finge come seguendo lo parlare suo, li manifesta l’ottavo con tre poi insieme adiunti, et incominciasi quine: Or, se tu ec.; ne la quinta parte finge come li manifestò lo duodecimo spirito e fu compiuto lo giro 1. E divisa la lezione, ora è da vedere lo testo colla esposizione litterale, allegorica e morale.
C. X — v. 76-90. In questi cinque ternari lo nostro autore finge come uno di quelli spiriti che erano venuti intorno a loro, cioè santo Tomaso d’Aquino, come appare nella parte seguente, incominciò a parlare con lui dicendo così: Poi; cioè poi che, sì cantando; cioè per sì fatto modo, come fu detto di sopra, quelli ardenti Soli; cioè quelli spiriti risplendenti più che ’l Sole, Si fur girati intorno a noi; cioè a me Dante e Beatrice, tre volte; questo numero finge l’autore, per dimostrare che li beati spiriti si girano intorno a la mente umana in tre modi; primo, secondo la sua memoria; secondo, secondo lo suo intelletto; terzio, secondo la sua voluntà; e questo s’intende così da la parte delli spiriti beati considerati da la mente umana, come da la mente considerante: imperò che la memoria della mente apprendente s’arricorda della memoria delli spiriti appresi quanto fu ferma al sommo bene, unde era discesa et aveva avuto origine; e lo intelletto intende quanto fu eccellente, alto e sottile lo ’ntelletto loro in intendere le cose d’Iddio; e la voluntà vuole e desidera che la loro voluntà sia stata diritta e ferma in el suo fine, cioè nel sommo Bene. E così fu nell’autore nostro questo pensieri, quando pensò sopra questi beati spiriti che erano stati di tanta scienzia nel mondo, e però n’à fatto questa fizione che tre volte girassono intorno a lui e Beatrice; et iunge a sè Beatrice: imperò che quando pensava queste cose non era senza la dottrina della Santa Scrittura; ma con essa, e però dice che girorno intorno a lui et a Beatrice tre volte, Come stelle vicine; ecco che arreca la similitudine, dicendo che così si giravano parimente distanti, come si girano le stelle vicine, cioè prossimane, ai fermi poli; cioè ai fermi perni loro, cioè come lo carro e lo corno al polo artico, e così al polo antartico quelle che vi sono, Donne mi parven; cioè a me Dante quelli spiriti beati che erano in cerchio intorno a noi come donne; e dice Donne: imperò che massimamente è loro lo ballare, non da ballo sciolte; cioè seperate e partite, Ma che s’arrestin; cioè ma che si fermino, tacite ascoltando; cioè con tacere udendo, Fin che le nove note; cioè di
- ↑ C. M. giro e come li ditti spiriti ritornonno al suo canto, et incominciasi quine: Questi, unde a me.