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p a r a d i s o x. |
[v. 1-12] |
del primo mobile che è diritto, e l’altro; cioè moto erratico de li pianeti che è obliquo, sè percuote: imperò che l’obliquo dei pianeti perquote lo moto ritto dell’ottava spera in due punti oppositi; cioè al punto che è in su l’Equatore in mezzo tra la fine di Pisces e la incominciata d’Aries, et a l’opposito che è ancora nella parte opposita dell’Equatore in mezzo tra Virgo e Libra: di questo cerchio, che si chiama Equatore, è stato detto di sopra. E quando li pianeti sono a quelli due punti, allora girano per lo mezzo insieme col movimento diritto del cielo, usciti fuora di quelli; girano fuora del mezzo o più su o più giù, secondo ch’elli sono. E quando lo Sole è in quelli due punti, allora è pari lo di’ co la notte come è stato dichiarato nelle parti precedenti; ma qui intende di quel punto che è tra Pisces et Aries: però che quinde cominciò lo moto dei pianeti, quando Iddio fece lo mondo. E dice che ragguardi a quella parte, non a quel punto: imperò che lo Sole non era ne l’entrata d’Aries; ma era ito alquanti gradi: imperò che erano passati più giorni che lo Sole era intrato in Ariete, quando finge che cercasse lo paradiso come è detto di sopra. E lì; cioè et in quel luogo dei detti due pianeti, comincia; cioè tu lettore, a vageggiar ne l’arte; cioè nella revoluzione dei cieli, che è l’arte e l’esercizio che fanno ordinariamente li cieli, secondo che Iddio gli à costretti: col suo ordine e col suo girare mandano giù le sue influenzie, Di quel Maestro; cioè d’Iddio che è sommo maestro, che; cioè lo quale maestro, dentro a sè l’ama; cioè nella mente sua: imperò che nella mente divina è l’idea, cioè la forma di tutte le Cose create e che sono a creare, e l’esemplare onde si formano tutte le cose, siccome dice Boezio nel preallegato luogo: Tu cuncta superno Ducis ab exemplo, pulchrum pulcherrimus ipse Mundum mente gerens, similique in imagine formans ec. — Tanto; cioè ama Iddio l’arte che fa la natura naturata nella sua mente divina, cioè esemplare, unde si pigliano le forme di tutte le cose create e che sono a creare, lo quale è nella detta Mente Divina, che mai da le’; cioè da la detta arte esemplare, l’occhio; cioè la sua intelligenzia comprendente ogni cosa: l’occhio d’Iddio è la intelligenzia d’iddio, non parte; cioè non muove nè sepera: Iddio nella sua mente ragguarda sempre: imperò che sempre sè medesimo intende et in sè vede ogni cosa: Iddio non apprende suo sapere da sensato come fanno gli uomini; ma da la sua mente nella quale sono le forme di tutte le cose che sono state, sono e saranno; et in essa ragguardando co la sua intelligenzia infinita, ogni cosa vede et ogni cosa fa o immediatamente o mediatamente, come è stato detto di sopra 1, che la creazione de l’anime umane, la loro beatificazione
- ↑ C. M. di sopra: senza mezzo Dio fa la creazione de l’anime ragionevoli e la beatificazione loro, e l’altre cose fa per mezzo delli angeli