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c a n t o   x. 303   

82E dentro all’un senti’ cominciar: Quando
     Lo raggio della grazia, onde s’accende
     Verace amore e che poi cresce amando,1
85Multiplicato in te tanto risplende,2
     Che ti conduce su per quella scala,
     U’ senza risalir nessun descende,3
88Qual ti negasse il vin de la sua fiala
     Per la tua sete, in libertà non fora,
     Così com’acqua, che ’n mar non si cala.4
91Tu vuoi saper di quai piante s’infiora
     Questa ghirlanda, che in torno vagheggia
     La bella donna ch’ al Ciel t’avvalora,
94Io fui degli agni della santa greggia,
     Che Domenico mena per cammino,
     U’ ben s’impingua, se non si vaneggia.5
97Questi, che m’è a destra più vicino,
     Frate e maestro fùmi; et esso Alberto
     Fu di Cologna, et io Tomas d’Aquino.
100Se tu di tutti li altri esser vuoi certo,6
     Di rieto al mio parlar ti vien col viso,7
     Girando su per lo beato serto.
103Quell’altro fiammeggiar esce del riso
     Di Grazian, che l’uno e l’altro Foro
     Aiutò sì, ch’ei piace in Paradiso.
106L’altro, ch’appresso adorna il nostro coro,
     Quel Piero fu, che co la poverella
     Offerse a santa Chiesa suo Tesoro.8

  1. v. 84. C. A. che più cresce
  2. v. 85. C. A. Multiplicando in
  3. v. 87. C. A. U’ senza di salir
  4. v. 90. C. A. Se non come acqua che al
  5. v. 96. C. A. Du’ ben si pingua,
  6. v. 100. C. A. Se sì di tutti
  7. v. 101. C. A. retro al mio parlar ten
  8. v. 108. C. A. il suo Tesoro.
   Par. T. III. 20