Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
296 | p a r a d i s o ix. | [v. 109-117] |
la tua volontà, chi è ’n questa lumera; cioè tu, Dante; ecco la tua voluntà: chi è in questa lumera, cioè in questo splendore, Che; cioè la quale lumera, qui appresso me; cioè in questo luogo presso a me Folco, così scintilla; cioè così sfavilla, Come raggio di Sole; ecco la similitudine, cioè come sfavilla lo raggio del Sole, in acqua mera; cioè in acqua pura: quando lo raggio del Sole viene in su l’acqua chiara manda splendore e scintille a la parte opposita. Or; cioè ora, sappi; cioè tu, Dante, che là entro; cioè dentro a quello splendore, si tranquilla; cioè si riposa, Raab; cioè quella meritrice, che fu chiamata Raab del popolo infidele di Ierico, et a nostro ordin; cioè a l’ordine di noi, che fummo amorosi nel mondo et ora ardiamo nello amore di Dio e del prossimo, è coniunta; cioè Raab che fu amorosa nel mondo, e per l’amore d’Iddio campò lo prossimo, e che dopo quello fu santa e buona donna sì, che ora si rappresenta in questa spera cogli altri beati spiriti che sono innamorati di Dio, E di le’; cioè e di lei, cioè Raab, il sommò grado; cioè di questa spera, si sigilla; cioè s’impronta come si impronta lo suggello ne la cera. E per questo l’autore dà ad intendere che in ogni ordine di beati siano gradi sì, che chi è stato più virtuoso in quella virtù, è in maggiore grado e più alto in verso Iddio, in vita eterna, e chi è stato meno virtuoso è in più basso grado. E per questo si debbe intendere che chi àne più meritato à maggiore premio e maggiore beatitudine, e chi meno minore, e però finge l’autore che li spiriti beati che si rappresentano ne’ corpi celesti girino per lo corpo del pianeto in giro, e quelli che sono al perno più tardo, e quelli che sono più di lungi più ratto: imperò che quelli che sono a la superficie sono più alti in verso Iddio, e quelli che sono al centro più di lungi; e così in quello mezzo sono molti gradi, e chi più ratto gira significa che abbia maggior fervore. E perchè Raab fu ardentissima in verso Iddio e lo prossimo, poi che fu ammaestrata da coloro d’Israel, e fu la prima che del populo gentile credesse, però l’autore finge ch’ella sia al supremo grado; e questo che dice di questo pianeto si debbe intendere di tutti gli altri dei quali è detto, e questo è ragionevile: imperò che in una medesima virtù sono molti gradi, e così debbono rispondere li premi sicchè, benchè siano nove ordini di beati, ciascuno ordine à gradi di premio come sono stati vari gradi di merito. Seguita.
C. IX — v. 118-126, In questi tre ternari lo nostro autore finge come Folco continuò ancora lo suo parlare de la detta Raab, dicendo: Da questo Cielo; cioè di Venere, in cui; nel quale cielo, l’ombra s’appunta; cioè l’ombra, che la terra fa, stende lo suo corno infine al cielo di Venere, e più su non passa, Che ’l vostro mondo face; cioè la quale ombra la terra in che è lo vostro mondo, cioè di