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c o m m e n t o |
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rompere sua castità, si che al mio parere l’autore nostro fallitte seguitando in questo Virgilio, Noiando a Sicheo; lo quale fu lo suo marito et a la cenere sua ruppe fede che avea promesso di servare castità rompendola con Enea del quale s’innamorò, secondo la falsa fizione di Virgilio, et a Creusa; che fu moglie del detto Enea, la quale moritte in Troia. Parla questo spirito poeticamente così indutto da l’autore, perch’elli fu poeta e dicitore in rima, e però finge che l’anime passate di questa vita che sono ne lo inferno ricevano noia del male de’ loro parenti che si fa nel mondo; la qual cosa sarebbe vera, se li passati di quel male fusseno cagione, avendo dato malo esemplo di sè, come fu detto nella prima cantica. Potrebbesi anco intendere che lo male di Dido arebbe noiato a Sicheo et a Creusa nel mondo, in quanto arebbe avvilito Sicheo e Creusa, mostrando che Dido non avesse caro Sicheo, nè Enea Creusa se fusse stato vero. Se l’uomo piglia dopo la prima donna un’altra che non sia di tanto onore quanto la prima, o che non indugi a pigliarla uno pezzo o che s’inamichi con una femmina, dice lo mondo ch’elli fa poco onore a la prima e così la noia, et a questo modo forsi intende qui l’autore o vogliamo intendere. Noiando a Sicheo; cioè rompendo l’amore che avea in verso Sicheo suo primo marito, et a Creusa; cioè faccendo rompere ad Enea l’amore che avea in verso Creusa sua donna, Di me; cioè Folco: questa è la determinazione del comparativo più; quasi dica: Non arse più di amore Dido di me mentre ch’io fui giovano, e però dice, infin che si convenne al pelo; cioè d’essere innamorato: lo pelo canuto dimostra la vecchiezza, e però dimostra che si debbia lassare tale amore, Nè quella Rodopeia; questa fu Filli figliuola del re Ligurgo di Trazia 1 la quale ricevette Demofonte figliuolo del re Teseo d’Atene che tornava da la destruzione di Troia et inamorossi di lui; e stato seco uno spazio di tempo, disse che voleva andare a rivedere li suoi, e che in breve tornerebbe a lei, cioè infra spazio di uno mese; et avuta la licenzia, andato non tornò mai, unde ella per amore s’uccise, e però dice: arse più Di me; s’intende, dice Folco, quella Rodopeia; cioè Filli ch’è di Rodope che è uno monte che è in Trazia altissimo, sicchè si chiama promuntorio di Trazia, che; cioè la quale, delusa; cioè schernita, Fue da Demofonte; cioè da quel suo amante che li promisse di tornare, e non tornò mai, nè Alcide; ecco che arreca esemplo d’Ercule: Ercule fu chiamato 2 Alcide da Alceo padre d’Almena madre d’Ercule, cioè nipote d’Alceo. Questo Ercule
- ↑ Trazia; Tracia, mutato il c in z; corno in Grezia, prenze ec. E.
- ↑ C. M. chiamato Alcide da alce che è a dire virtù, et idea, forma; cioè forma della virtù; o vero da Alceo