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C A N T O     IX.

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1Da poi che Carlo tuo, o bella Clemenza,1
     M’ebbe chiarito, mi narrò l’ inganni,
     Che ricever dovea la sua semenza;
4Ma disse: Taci, e lassa muover gli anni;2
     Sì ch’ io non posso dir, se non che pianto
     Iusto verrà di rieto ai vostri danni.
7E già la vista di quel lume santo
     Rivolta s’ era al Ben che la riempie,3
     Com’ a quel ben, ch’ a ogni cosa è tanto.
10Ahi anime ingannate, e fatture empie,
     Che da sì fatto ben torcete i cuori,
     Drizzando in vanità le vostre tempie!
13Et ecco un altro di quelli splendori
     Ver me si fece, e ’l suo voler piacermi
     Significava nel chiarir di fuori.
16Li occhi di Beatrice, ch’eran fermi
     Sopra me, come pria, di caro assenso4
     Al mio disio certificato fermi.5

  1. v. 1. C. A. tuo, bella
  2. v. 4. C. A. lascia volger
  3. v. 8. C.A. al Sol che
  4. v. 17. C. A. Sovra me, come pria, di chiaro
  5. v. 18. C. A. Al disio mio