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p a r a d i s o viii. |
[v. 427-138] |
finge che lo spirito sudetto, continuando lo suo parlare, conchiude unde divenga la diversità de’ generati da’ generanti, che fu la conclusione dell’argomento primo, dicendo cosi: La circular Natura; cioè la natura informativa dei cieli, che sempre girano: intende di sopra gli uomini, ch’è; cioè la quale è, suggello 1: imperò che imprime le sue influenzie nelle cose del mondo, come lo suggello imprime la sua figura nella cera; e però dice: A la cera mortal; cioè agli uomini, che sono come cera atti a ricevere la sua impressione, fa ben sua arte; cioè dello imprimere le sue influenzie giù negli uomini, Ma non distingue l’un da l’altro ostello; cioè non divide nello imprimere l’uno abbergo 2 dall’altro; cioè li cieli e li pianeti e le stelle mandano giù nelli uomini le sue influenzie; ma non distintamente che la influenzia della cortesia vegna nelli figliuoli di Piero che è cortese, e quella dell’avarizia ne’ figliuoli di Martino ch’è avaro; ma viene sopra tutti indistintamente, et opera in chi la providenzia d’Iddio provede e dispone a ricevere, secondo che essa providenzia distintamente provede. E però alcuna volta l’avarizia viene, et anco sopra due figliuoli nati d’un padre e d’una madre e d’uno parto, vien diversa influenzia come Iddio provede che l’uno disporrà a ricevere l’una influenzia, e l’altro la contraria, sempre per lo meglio almeno dell’universo; e però dice: Quinci; cioè a questa cagione che la virtù informativa dei cieli opera, non secondo proprietà; ma universalmente, e che la providenzia d’Iddio provede che uno la riceva e l’altro no, e con ciò sia cosa che molte influenzie vegnano ad una ora da’ cieli, et uno omo ne piglia una et uno altro un’altra, secondo che Dio provede, avviene; questo ora dice, cioè, ch’Esau si diparte Per seme da Iacob: Esau et Iacob furno figliuoli d’Isach, figliuolo d’Abram, e nacqueno d’uno padre e d’una madre, e d’uno parto et ad una ora; e niente di meno l’uno, cioè Esau, fu bellicoso; e l’altro, Iacob fu pacifico. Ecco che, ben che fusseno d’uno seme, l’uno si partì dall’altro per condizione e disposizione; e benchè li cieli mandasseno le loro influenzie, all’uno s’applicò l’una et all’altro l’altra, secondo la Providenzia Divina, e vien Quirino; questo Quirino fu Romulo, del quale fu detto di sopra, di tanta animosità e magnificenzia d’animo che fece Roma, e fu chiamato Quirino perchè sempre portava uno lanciato in mano, e perchè quiris viene a dire l’asta, e però Quirino viene a dire astato; e però furno chiamati poi li Romani Quirites, — Da sì vil padre; ecco che Romulo, che fu così virtuoso, nacque di padre vile et ignoto;
- ↑ Suggello; veicolo dell’impronta, delle idee. Così il Gioberti. E.
- ↑ Abbergo; albergo per la stessa ragione che puollo per puonlo e simili scambi. E.