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Campagna anco s’appartenea a lui; lo quale regno era partito: imperò che parte era principato, siccome Taranto; e però si diceva Carlo prinze di Taranto, e parte era ducato, cioè la Calavria; e però l’altro fratello Roberto fu detto duca di Durazzo; ma tutto serebbe venuto a lui, se fusse vissuto. Altro testo è che dice, Da ove; cioè da quel luogo in su, nel quale, Tronto; che è uno fiume che parte la Romagna da la Puglia, siecchè è tra Bari et Asculi, e Verde; che è uno altro fiume che entra in Tronto, sgorga; cioè esce e mette l’acqua, la sua, in mare; cioè l’uno e l’altro nel mare adriaco; e così tocca li termini di versi ponente, e tocca tre citta; Gaeta di Campagna, Bari di Puglia, e Crotona di Calavria, per toccare tutte e tre parti; cioè Campagna, Puglia e Calavria. Fulgeami già in testa la corona: imperò che già era fatto re d’Unaria, vivente lo padre, Di quella terra che ’l Danubio; cioè la quale lo Danubio, che è fiume d’Ungaria, riga; cioè bagna: lo Danubio è uno grande fiume che si chiama per altro nome Istro. et esce dei monti di Germania, d’uno monte che soprasta ai Franceschi, Taurici: sessanta fiumi navigabili riceve in sè. Per sette bocche entra in mare, dei quali lo primo si chiama Peuce; lo secondo, Naracustoma; lo terzo, Calostoma; lo quarto, Pseudostoma; lo quinto che si chiama Boreostoma; e lo sesto, Spireostoma, sono più cheti che tutti gli altri; lo settimo sta pigro a modo d’uno stagno. Li quattro di prima sono sì grandi, che per 56 migliaia di passi non si mesculano col mare: questo fiume, poi che esce della Magna, va per l’Ungaria; e però dice l’autore: Di quella terra che ’l Danubio gira e riga; cioè d’Ungaria, Poi che le ripe tedesche abandona; cioè poi che esce della Magna, E la bella Trinacria; cioè Sicilia, che si chiama Trinacria da tris 1 e nacros; cioè da tre monti altissimi che à, cioè Peloro, Pachino e Lilibeo, che; cioè la quale, caliga; cioè oscura e fa fummo, Tra Pachino e Peloro; cioè tra quelli due monti, cioè per Etna, che è uno monte, cioè colle molto alto in mezzo dei sudetti, lo quale soleva gittare sassi accesi, li quali cadevano in mare e diventavano piumice; ora non gitta se non fummo, sopra ’l golfo; cioè sopra lo mare adriaco che si chiama golfo di Venezia; e per questo s’intende che Peloro sia di verso la terra ferma, cioè inverso Reggio, Catona e Pachino in verso lo mezzo di’, et in mezzo è Etna, sicchè questi tre monti sono di verso l’oriente, e di verso l’occidente è Lilibeo e gitta la punta in verso l’Affrica, sicchè la Sicilia viene come scudo quasi, Che; cioè lo quale golfo di Venezia, riceve da Euro; cioè da quello vento che si chiama Euro, che viene dalla parte orientale, che è lo mezzano dei tre
- ↑ Trinacria deriva da due parole greche τρία, tre ed ἄκρα, cima promontorio, rocca, sommità frammessovi ν n per cagione eufonica. E.