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242 | p a r a d i s o vii. | [v. 121-129] |
messo; cioè perdonato da sè medesimo. E tatti gli altri modi erano scarsi; cioè manchi e defettuosi, A la iustizia: imperò che non arebbono risposto a la iustizia: imperò che, se avesse perdonato da sè era misericordia e non iustizia. Iddio solo non poteva patir pena, nè dovea secondo iustizia: imperò che non aveva peccato; l’omo pur anco non era sofficente, secondo iustizia, nè l’angelo, secondo iustizia non dovea soddisfare per lo peccato de l’omo. Adunqua questo modo fu conforme più e debito a la iustizia, che nessuno altro, se ’l Figliuol d’Iddio Non fusse umiliato ad incarnarsi; cioè a prendere la nostra umanità et unirla a sè medesimo, cioè a la sua persona; e fatta fu allora una persona l’umanità e la divinità del Figliuolo di Dio in Cristo. Seguita.
C. VII — v. 121-129. In questi tre ternari lo nostro autore finge che Beatrice, continuando lo suo parlare, muova sopra le cose dette uno dubbio, lo quale solverà nella parte che seguita; cioè come si corrompeno gli elementi che sono cose create da Dio, come ancora si corrompeno le cose elementate; e però dice così: Or; cioè ora, per impierti; cioè per impiere a te Dante, ogni tuo disio; cioè ogni tuo desiderio, Ritorno; io Beatrice, a dichiararti; cioè a te Dante, in alcun loco; cioè sopra le cose dette, Per che; cioè acciò che, tu veggi; cioè tu, Dante, lì; cioè in quel luogo, così com’io; cioè così veramente, come veggio io Beatrice. Tu; cioè Dante, dici; cioè contro a quelle conclusioni, che sono dette di sopra: Io veggio l’aire; che è lo secondo 1 pianeto, e veggio ’l foco; che è lo primo elemento, L’acqua; che è lo terzo, e la terra; che è lo quarto, e tutte lor misture; cioè ogni composizione dei detti quattro elementi 2, Venir a corruzione; imperò che lo fuoco si corrompe per l’aire, come appare quando si soffia nella candela, che lo soffio non è se non aire agitato, et agitato va quine dove è lo fuoco, e caccialo e spegnalo 3. Ma qui nasce uno dubbio; se l’aire agitato ammorta la fiamma, perchè l’aire agitato ancora suscita la fiamma che è lo contrario: imperò che, soffiando nella candela spenta, se v’è del fuoco nel lucignolo s’accende, come soffiando si spegne? A che si dè rispondere che altro è soffiare in verso la fiamma, et altro in verso la materia allocata: l’aire agitato muove la virtù del fuoco che è nella materia e falla evaporare, e quel vapore mosso s’accende; ma quando si soffia nella fiamma, si soffia nel vapore e mandasi via. Così l’acqua
- ↑ C. M. secondo elemento, e veggio
- ↑ Questa opinione che il fuoco, l’aria, l’acqua e la terra fossero elementi era comune ai tempi dello stesso Allighieri, e solo ai nostri giorni coll’avanzamento delle scienze fisiche si è trovata falsa. E.
- ↑ Spegnalo; lo spegna, verbo della terza modellato sulla seconda coniugazione. E.