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della natura, cioè la sua bontà infinita, del quale dice Boezio nel
terzo della Filosofica Consolazione: Quem non externœ pepulerunt fingere causœ Materiœ fluitantis opus, verum insita summi Forma boni, livore carens.— che; cioè la quale Bontà Divina, da sè sperne1; cioè
dispregiando scaccia, Ogni livore; cioè ogni invidia: dice Platone
d’Iddio: Optimus erat, et ab optimo omnis invidia relegata est. —
Se Iddio non avesse produtto la natura creata che è così bella cosa,
parrebbe non avere voluto comunicare la sua bontà a nessuno, e
così parrebbe essere stato invidioso, che avesse voluto lo suo bene
infino pur per sè, et a niuno l’avesse voluto comunicare; e questo
non può essere in lui: imperò che in lui è perfetta carità; e
però dice: ardendo; cioè di fuoco e d’ardore di carità, in sè; cioè
la bontà di Dio, ardendo in sè, e non in cose fuor di sè, sfavilla;
cioè produce fuor di sè lo suo splendore e la sua luce, senza mancare
in lui, come lo fuoco gitta splendore e faville, e perciò non
manca in sè, Sì; cioè per sì fatto modo, ch’e’; cioè che egli, cioè
Iddio, dispiega; cioè manifesta in diverse essenzie, le bellezze eterne; cioè le sue belle cose, che ab eterno esemplarmente sono
state nella sua mente. E così appare per questo la prima conclusione;
cioè che Iddio è creatore d’ogni cosa, mosso da la sua propria
bontà. Ciò che da lei; cioè ogni cosa che dalla Bontà Divina, senza mezzo; cioè che non vi concorra altra cosa che elli, cioè Iddio,
distilla 2; cioè deriva et è produtto in essere, Non à poi fine;
cioè è perpetuo siccome gli angeli, li cieli e l’anime umane; le
quali cose sono perpetue. E per questo appaiano due conclusioni;
cioè che Iddio alcune cose produce immediate, et alcune cose
mediate; e questa è la prima. L’altra conclusione è che ciò, che
è produtto da Dio immediate, è perpetuo; e però qui è da notare
che alquante cose sono produtte da Dio senza mezzo, siccome
le cose predette, e tutte l’altro con mezzo della virtù et influenzia
dei corpi celesti. E di quelle, che senza mezzo sono
create da Dio, dice che sono perpetue; et assegna la cagione: perchè non si move La sua impronta; cioè perchè non si move la impressione
che Iddio fa nella cosa ch’egli crea immediate: imperò
ch’egli è immobile. Iddio è natura movente, e non mossa; e così la
cosa creata senza mezzo da lui è indeficente, e così è perpetua. E
- ↑ Sperne; disprezza, dal latino spernere. E .
- ↑ Vincenzo Gioberti, rammentando la cosmogonia di Dante, osserva come egli distingue le creature in due classi; quelle fatte da Dio senza mezzo e nel loro essere intero, cioè in atto; e quelle create mediatamente, cioè solo in potenza, di complession potenziata. Alla prima classe pertengono i cieli, gli angeli e l’uomo; alla seconda gli elementi, la terra, .le piante, gli animali. Le creature di codesta seconda traggono la loro virtù informante da quelle della prima; cioè dai cieli. E.