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c o m m e n t o |
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però che lo Spirito Santo fu operatore di tale unione e lo Padre vi
diè la sua virtù, sicchè lo Padre vi diede la potenzia, lo Figliuolo lo
modo che s’appartiene a la sua sapienzia, lo Spirito Santo lo suo
amore a coniungere la divinità del Verbo col nuovo uomo, fatto nel
ventre della Vergine Maria per virtù del Padre. Or drizza ’l viso;
cioè tu, Dante, dice Beatrice, a quel ch’or si ragiona; cioè a quello,
che ora io ragionando dimostro. Ecco che ’l fa attento: Questa natura; cioè umana, al suo Fattore unita; cioè al Verbo Divino, che fu
fattore d’esso omo, Qual fu creata; cioè tale quale ella fu creata,
cioè in Adam 1, fu sincera; cioè pura, senza peccato; puro et innocente e diritto, unde dice la santa Scrittura: Deus fecit hominem rectum; sed ipse immiscuit se variis quœstionibus.— e buona: imperò
che naturalmente Iddio l’avea fatto buona l’umana natura, Ma per sè stessa; cioè l’umana natura, fu ella sbandita; cioè del paradiso
delitiarum nel quale dovea stare a tempo, e di vita eterna dove
dovea stare perpetua; e però dice: Di paradiso; cioè dell’uno e
dell’altro; et ecco la cagione: però che; cioè imperò che, si torse;
cioè essa umana natura, Da via di verità; cioè da Dio che è via,
verità e vita; e però dice: e da sua vita; disobediendo al comandamento di Dio si partì da la vita, cioè da Dio che era la sua vita.
Altramente si può intendere si torse Da via di verità; cioè da l’obedienzia, la quale era via di verità: imperò che quella era la via,
per la quale iustamente sarebbe pervenuto a la beatitudine, cioè
per merito dell’obedienzia. e da sua vita; cioè dal suo vivere felice
nel paradiso a tempo, quanto a Dio fusse piaciuto; e poi in paradiso
in eterna vita, da la quale si torse e cessò per lo peccato della disobedienzia; col qual peccato fu accompagnato lo peccato della superbia in quanto volse essere saputo del bene e del male, come Iddio,
e fuvvi ancora lo peccato della gola: imperò che ebbe gulosità
d’assaggiare quello cibo vietato. E se si guarda contra cui peccò;
contra la sapienzia d’Iddio che è lo suo verbo, in quanto volse essere
saputo come Iddio; e peccò contra ’l Padre, in quanto disobedì al
comandamento d’Iddio: imperò che lo comandamento presuppone
persona che abbia autorità di comandare, e niuno àe potenzia di
comandare a l’omo libero, secondo l’anima, se non Iddio che l’à
creato di niente, lo quale è d’infinita potenzia. E però lo peccato
del primo uomo fu più grave peccato che far si potesse, al quale
non era sofficiente l’omo puro a sodisfare, e però volse Iddio, procedendo non secondo la sua assoluta potenzia; ma secondo la sua
ordinaria potenzia, che fusse più che omo chi sodisfacesse per tale
peccato; e più che uomo non poteva essere, se non si coniungea
- ↑ C. M. Adam et Eva, fu