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p a r a d i s o vii. |
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l’avesse posto per sua cortesia nella beatitudine. All’altro dubbio
si risponde che iusta cosa fu che per lo peccato dei primi parenti
fusse dannata tutta la prole: imperò che, sì come per l’obedienzia
di loro due meritevilmente si conserva l’umana natura senza
morte corporale in quelle delizie del paradiso terresto a la beatitudine eterna, quando Iddio avesse voluto; così fu iusto che per la
disobedienzia di lor due l’umana natura perdesse quello che arebbe
guadagnato per la loro obedienzia; cioè lo stato in che erano d’innocenzia nel quale poteano morire e venisse nella ruina della nocenzia e non potesser non morire: e come per la loro obedienzia
meritava di vedere Iddio; così per la loro disubedienzia perdesse di
vedere Iddio: e come era abile a conservarsi nello stato della innocenzia, nel quale se colla obedienzia fusse stato fermo, Iddio l’arebbe
confermato per grazia; così diventasse abile a cadere nella colpa,
perduta la grazia di Dio per disobedienzia, dalla quale diventò
abile a cadere nella colpa, nella quale cadendo merita la pena punitiva, la quale l’uomo merita per lo suo proprio peccato, ch’elli
commette: imperò che per lo peccato originale non à, se non la
pena privativa, se muore in quello come li piccoli: come arebbono la beatitudine per l’obedienzia dei primi parenti; così sono
privati di quella per la disobedienzia. Unde l’umana spezie; cioè
per lo quale peccato d’Adam tutta la spezie umana, inferma giacque Giù; cioè nel mondo: imperò che dopo ’l peccato, incontenente Iddio
cacciò Adam et Eva di paradiso delitiarum, stette inferma: imperò
che furno fatti più abili al male che al bene; come l’uomo che ene
infermo è più abile ad iacere che ad andare; così l’uomo, ferito per
lo peccato originale nella libertà dello arbitrio, fu fatto abile più a
male che al bene, per seculi molti; cioè per anni 5232 che sono 52
centinaia d’anni e 32, et ogni cento anni si chiama uno seculo; dunqua ben furno molti seculi, in grande errore; imperò che nessuno
andava a vita eterna, e nessuno popolo onorava debitamente Iddio,
se non lo iudaico, benchè molte volte errasse, e de’suoi errori fusse
punito aspramente, Fin ch’al Verbo d’Iddio; cioè che al Figliuolo di
Dio, discender piacque; cioè venire di cielo in terra e pigliare carne
umana, U; cioè nel qual luogo, cioè in terra, la natura; cioè umana, che; cioè la quale natura, dal suo Fattore; cioè Iddio, S’era lungata; cioè rimossa e dilungata quanto a luogo e quanto a la
grazia, unio a sè; cioè lo Verbo Divino coniunse a sè la natura umana, in persona; cioè nella sua persona tanto; imperò che se la persona del Figliuolo prese carne umana e diventò uomo, e non la persona del Padre nè de lo Spirito Santo, et essa co l’umanità fu una
persona e non due persone, Coll’atto sol; cioè coll’atto solamente e
non con altro, del suo eterno Amore; cioè de lo Spirito Santo: im-